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Zaia lapidario: «Questo è un virus pericoloso che manda la gente intubata in terapia intensiva»

Il governatore invita tutti i veneti a «stare a casa» e ribadisce che «le terapie intensive non sono frequentate solo da anziani, finiamola con queste "monate"»

Nel consueto punto stampa del mattino per gli ultimi aggiornamenti circa la situazione "emergenza sanitaria" in Veneto e in Italia, causata dalla "pandemia"  da coronavirus "Sars-CoV-2", il governatore Zaia ha sin da subito ribadito uno dei concetti fondamentali già espressi ieri, vale a dire che la preoccupazione oggi è legata ai soggetti asintomatici. Si tratta cioè di quelle persone che, pur non presentando sintomi da infezione, risultano però contagiati e a loro volta in grado di trasmettere il virus ad altri. In termini tecnici si parla in questo caso di "R0", vale a dire il numero di riproduzione di base, cioè il numero di soggetti che una persona positiva può contagiare ogni volta, e che nel caso del coronavirus è uguale a "2,4". Questo significa che ciascun soggetto positivio, magari anche inconsapevole, può arrivare a contagiare altre 2,4 persone e queste a loro volta altre 2,4 e così via. Bloccare la crescita esponenziale del contagio, ecco dunque la preoccupazione primaria di queste ore in Italia a tutti i livelli di governo.

Il presidente Zaia ha quindi ricordato il nuovo Dpcm e le nuove misure adottate, sottolineando che lo stesso lascia margine alle regioni per inasprire ulteriormente le regole per quel che riguarda il trasporto pubblico locale ed il rispetto delle prescrizioni di sicurezza all'interno di quelle attività produttive che ancora possono restare in funzione. Il governatore Zaia ha quindi annunciato che la regione sta predisponendo anche un piano speciale per quel che riguarda la sanità: «Abbiamo bisogno di fare in modo che ci sia spazio negli ospedali e stiamo preparando un "Piano Marshall" contro il coronavirus». Zaia ha poi rivolto un appello ai donatori di sangue: «Non abbiano timori a continuare a donare il sangue perché i reparti sono in sicurezza».

Per quanto riguarda il tema delle "mascherine" per proteggersi dal contagio, il governatore ha sottolineato che non si tratta di di disorganizzazione, ma di vera e propria difficoltà nel reperimento di un oggetto che ormai, su scala mondiale, è divenuto molto ambito: «Ne abbiamo comprate in Sud America, - ha detto Zaia - ne compriamo in Asia, ma abbiamo dei tempi di fornitura più lunghi ed è anche vero che non ne troviamo: c'è il mondo intero che sta chiedendo di comprare mascherine, camici, occhiali e guanti usa e getta».  Zaia ha quindi ringraziato anche la categorie dei farmacisti, «impegnati in prima linea al pari dei medici di base», ed anche i «sindaci che sono bersagliati di richieste dai cittadini e stanno facendo un grande lavoro di dialogo con tutti».

Il governatore del Veneto ha quindi ribadito la necessità di rispettare le regole da parte di tutti: «Veneti restate a casa, - ha detto Zaia - è fondamentale il rispetto delle regole, perché siamo davanti ad un virus temibile. A chi ci dice che prima affermavamo che non era così, rispondo che erano scienziati e professoroni ad andare in tv a dire che si trattava di "una specie di influenza". La verità - ha quindi sentenziato il governatore Zaia usando toni drastici - è che questo virus manda le persone in terapia intensiva, mi spiace essere duro, ma in terapia intensiva ci vanno le persone per essere intubate, cioè vuol dire che una macchina respira per i polmoni, perché i polmoni non ce la fanno più a respirare e quindi la macchina garantisce l'ossigeno al corpo, in attesa che i polmoni si rimettano a funzionare regolarmente. Vi ripeto che le terapie intensive, - ha quindi aggiunto un preoccupato Zaia - non sono frequentate solo da anziani, finiamola con queste "monate" (sciocchezze ndr). State in casa, perché se andate in giro e anche foste degli "invincibili" rischiate comunque di portare a casa il contagio alla mamma, al papà, piuttosto che ai nonni. L'altro giorno in Lombardia sono morte 135 persone in 24 ore, non mesi, 24 ore».

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