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Tutta Italia è "zona protetta", Zaia: «Provvedimento giusto, pronti a fare atto di solidarietà»

Il governatore del Veneto fa sapere che vi è «massima solidarietà tra regioni», non si esclude trasferimento di pazienti dalle terapie intensive ma «non di pazienti positivi al coronavirus per evitare di importare eventuali ceppi mutati»

«Ben venga questa misura del governo, che ho sempre auspicato in tempi non sospetti. Il criterio di lotta ad un virus sarebbe insostenibile con restrizioni a macchia di leopardo, coma fatto finora», aveva già dichiarato all'Ansa il governatore del Veneto Luca Zaia, commentando i nuovi provvedimenti validi in tutta l'Italia per contrastare l'epidemia da coronavirus: «I virus non conoscono confini territoriali e abbiamo l'obbligo di difendere la salute dei cittadini».

«L'appello ai cittadini, - ha quindi aggiunto Zaia nel corso dell'odierna conferenza stampa - è quello di rispettare le regole». E per quel che riguarda ciò che attualmente è consentito fare e ciò che invece non è consentito, Zaia spiega: «Se dovessimo dare un'indicazione generale, dobbiamo dire che si esce solo per andare a lavorare, o per impegni inderogabili, "indifferibili" dice il decreto, quindi andare a fare la spesa, piuttosto che andare in farmacia, punto. Per il resto l'invito è quello di restare a casa».  

Lo stesso governatore del Veneto Luca Zaia ha quindi aggiunto: «Non è escluso, si tratta di un'idea che sta circolando e da prendere come "riflessione" che però non trovo tanto "barbina", che piuttosto che protrarre un'agonia che dura mesi sia meglio arrivare a una chiusura totale, ben contingentata in maniera tale che si possa bloccare il contagio del tutto. C'è anche questa linea di pensiero. È fondamentale pensare che noi dobbiamo isolare il virus, perché più rallentiamo il contagio e più respiro abbiamo rispetto alle strutture ospedaliere».

Per quanto riguarda le terapie intensive in Veneto Zaia spiega: «Le terapie intensive al momento sotto il profilo del numero di posti stanno reggendo. Poi c'è ovviamente la pressione lavorativa, psicologica e lo stress per tutti gli operatori che ringrazio uno ad uno, però le terapie intensive ad oggi da noi tengono». Il governatore del Veneto Zaia ha poi rivelato della presenza di «un responsabile che tiene il collegamento di tutte le strutture ospedaliere e, se c'è un allarme rispetto a una deficienza di strutture di terapia intensiva si pone la distribuzione dei pazienti».

Il presidente del Veneto Zaia ha quindi aggiunto: «Ieri abbiamo discusso di questo, e noi abbiamo posto la  questione di essere assolutamente disponibili anche a fare "atto di solidarietà", con il presupposto che non si tratti di pazienti "Covid-19", ma con l'infartuato, il politraumatizzato, l'ictus, per evitare anche di spostare pazienti con coronavirus che potrebbero magari portare dei "ceppi mutati" che noi oggi non conosciamo». Zaia ha infine aggiunto: «La Lombardia sta vivendo una "tragedia", pur con un sistema sanitario organizzatissimo, ed ha la nostra massima solidarietà, ma è bene che ciascuno si tenga i pazienti con coronavirus che già ha sul territorio». 

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