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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Famiglia costretta a cambiare scuola a 12enne vittima di bullismo. Raccolta fondi per sostenerla

Iniziativa lanciata da associazioni di familiari e vittime della strada. Il bambino era sopravvissuto a un incidente stradale e a scuola lo chiamavano "il mostro" per via delle sue cicatrici

Una raccolta fondi per la famiglia del bambino veronese bullizzato a scuola. Il bimbo, sopravvissuto ad un incidente stradale, era stato preso di mira dai compagni con dure offese riferite alle sue cicatrici. Era stato chiamato «il mostro» ed il clima in classa era così insostenibile che i genitori dell'alunno bullizzato lo hanno dovuto iscrivere in un nuovo istituto privato. «Per questa famiglia abbiamo avviato una raccolta fondi», hanno annunciato Alberto Pallotti, presidente dell'associazione unitaria familiari e vittime della strada e dell'associazione italiana familiari e vittime della strada, ed Elena Ronzullo, presidente dell'associazione mamme coraggio e vittime della strada.

Il bambino, che ha 12 anni, è rimasto vittima di un incidente stradale con un monopattino. Ha subito un delicato intervento alla testa e al volto, ma è guarito. Al ritorno a scuola, però, ha iniziato a subire episodi di bullismo. Tanto che alla fine i genitori sono stati costretti dapprima a fargli frequentare la scuola in dad e poi a ritirarlo dall'istituto. «Qui abbiamo un bambino che è sopravvissuto a un incidente molto grave, in cui ha rischiato di morire, e che ha riportato una disabilità. È inaccettabile che non sia stata data la giusta attenzione al problema e che non siano state prese misure adeguate», ha denunciato Alberto Pallotti, che ha chiesto che il Ministero dell'istruzione mandi un'ispezione alla scuola. «La famiglia è intenzionata ad andare fino in fondo per riuscire ad avere massima tutela e il risarcimento di tutti i danni patiti da parte delle istituzioni scolastiche, sia in ambito civile che amministrativo - ha aggiunto l'avvocato Davide Tirozzi, legale dell'associazione italiana familiari e vittime della strada, che difende anche i genitori del ragazzino - Siamo in presenza di un vuoto normativo: non vi è un reato specifico di bullismo ma diversi reati attraverso cui il bullismo viene a manifestarsi, come minacce e lesioni. Questo fa sì che sia difficile avere deterrenti per questi episodi. Non bisogna dimenticare che spesso ci si scontra con l'età dei ragazzi, che sotto i 14 anni non sono perseguibili penalmente».

«È la prima volta che in Italia sentiamo parlare di un caso come questo - hanno commentato Pallotti e Ronzullo - È un fatto inaudito. Bullizzare un ragazzino che porta addosso i segni di un terribile incidente è una cosa vergognosa e disumana. I nostri avvocati seguono la vicenda giudiziaria per l'incidente, perché ancora non c'è stata giustizia per quello che gli è accaduto. E adesso ci ritroviamo anche a dovere avviare una campagna di sensibilizzazione affinché le vittime di incidenti che restano paralizzate, sfregiate, ferite nel corpo e nella mente non siano fatte oggetto di bullismo. Non è giusto che un bambino di dodici anni abbia dovuto subire anche questo».
«Siamo molto amareggiati - ha aggiunto Biagio Ciaramella, vicepresidente delle tre associazioni - Sapevamo che il bullismo è un fenomeno molto diffuso tra i giovani. Di solito, però, quando accadono incidenti così gravi, ci si aspetta che poi le persone adulte e i compagni di classe si stringano attorno alla vittima che è sopravvissuta. In questo caso, purtroppo, non è stato così. Andremo fino in fondo per accertare quello che è accaduto. Nel frattempo, invitiamo tutti ad aiutare questa famiglia a pagare la scuola privata del figlio e comprare i libri nuovi. Ma anche a pagare l’operazione di chirurgia plastica per ridurre i danni il bimbo che ha sulla testa, sperando che in futuro nessuno lo chiami più "il mostro"».

Chiunque voglia contribuire, può donare collegandosi a questo link.

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