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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Centro storico / Piazza Bra

Serata amara per Virginia Perbellini, finisce qui la sua avventura a X-Factor

La giovane cantante veronese eliminata al "tilt" durante l'ultima puntata in onda su Sky

"The Dog Days Are Over", questo il titolo del brano di Florence + The Machine assegnato per la seconda puntata dei Live di X-Factor dal giudice Levante alla sua concorrente veronese Virginia Perbellini. Brano che avrebbe dovuto essere di stimolo e incoraggiamento per la giovane cantante scaligera, ma alla fine della puntata del noto programma in onda su Sky nella serata di ieri, l'unica cosa ad essere conclusa è stata, purtroppo, proprio l'esperienza a X-Factor di Virginia.

L'interpretazione durante la prima manche di gara non ha convinto Fedez che l'ha bollata come "anonima", ancor meno è piaciuta ad Agnelli che ha denotato una carenza di personalità artistica in Virginia. La Maionchi è stata ben più clemente, mentre Levante si è detta soddisfatta dei progressi di Virginia. Ma il pubblico, e poi alla fine è sempre quello a decidere, ha sentenziato per tutti: Virginia la meno votata del primo turno è stata spedita al ballottaggio.

Nello scontro finale con i "Ros", la band di Agnelli che nella seconda manche aveva portato "Fiori d'arancio" di Carmen Consoli in una versione "urlata" che ne banalizzava più che esaltarne l'originale bellezza, Virginia ha provato a riscattarsi con il suo cavallo di battaglia: "Rise Up". Ancora una volta un titolo emblematico che non si è però rivelato profetico. A rialzarsi sono infatti stati i "Ros" con l'ennesima rockettara (ma pure qui, più rock di Celentano c'è solo Celentano) versione del celebre brano "Svalutation": bocciatura per Virginia da parte del leader degli Afterhours, seguito da Fedez e promozione di Levante e Maionchi, quest'ultima sparigliando tutto e chiamando il fatidico "tilt". La parola nuovamente dai giurati passa al pubblico e, infine, sempre il televoto decide: i più apprezzati sono i leccatissimi "Ros" e Virginia deve abbandonare X-Factor.

Finisce dunque qui l'avventura televisiva di Virginia Perbellini, non certo la sua passione artistica e la sua voglia di fare musica. Con ogni probabilità non ci interesseremo più su queste pagine del programma di Sky almeno fino al prossimo concorrente veronese, ci permettiamo dunque di tirare le somme su questa edizione 2017 prim'ancora della sua conclusione prevista a dicembre. Il rischio di apparire "rosiconi", dopo l'eliminazione della concorrente veronese, è chiaramente forte, ma convinti della nostra onestà intellettuale ci spingiamo comunque ad affermare una sonora bocciatura di X-Factor 11. 

Lo scorso anno non solo i Soul System erano effettivamente qualcosa di nuovo che arrivava agli orecchi del pubblico, ma anche altri concorrenti erano riusciti a tratti ad impressionare positivamente per carattere e sprazzi di originalità. Quest'anno a regnare sovrana è la "piattezza", l'assenza di stile da parte di quasi tutti i concorrenti. Si salvano i Maneskin che, simpatici o antipatici che siano, dimostrano di "fottersene" abbastanza di chi li giudica da un piedistallo di cartapesta per essere effettivamente credibili nella parte di "riottosi", resta certo da capire se poi abbiano effettivamente qualcosa di originale da "dire", o meglio da "scrivere", musicalmente parlando. Sem e Stenn sono certo interessanti, e lo diventeranno forse ancor più quando verrà dato maggiore spazio alle loro autonome creazioni, ma affermare che siano qualcosa di mai visto prima è raccontare favole. 

E di favole per bimbi, purtroppo, ne racconta oramai troppe il caro Agnelli che da "giudice agnellino", alla prima esperienza televisiva lo scorso anno e con autentica ed apprezzabile timidezza al seguito, si è trasformato in "lupo" sempre pronto a mordere. Il ruolo di "diverso a tutti i costi" e "portatore del sacro Graal della sperimentazione in Tv" che si è via via venuto ritagliando durante questa nuova edizione, lascia davvero un po' il tempo che trova. Non a caso a regnar sovrani quest'anno sono i litigi, per lo più sterili, tra giudici: continui battibecchi sulle "assegnazioni", vanagloria personale e qualche parolaccia gratuita. Più che sui giovani d'oggi, l'Agnelli televisivo sembra voler a tutti i costi "scatarrare su" i concorrenti degli altri, talvolta magari anche a ragione, ma il rischio di ostentare tutta questa sicumera è inevitabilmente quello di scadere nel forzatissimo "paternalismo del ribelle", dimenticando che compito di un giudice resta anzitutto quello di essere imparziali per essere credibili. Non ce ne voglia il frontman degli Afterhours se gli dedichiamo tutta questa attenzione, ma è solo perché a nostro avviso sarà proprio uno dei suoi gruppi a vincere quest'anno, e non vorremmo che si montasse troppo la testa. Nell'attesa, buon X-Factor 11 a tutti!

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