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Cronaca Pressana / Piazza Giuseppe Garibaldi

Violenza domestica a Pressana, giovane picchia e minaccia il padre: il genitore ritratta

Nel 2013, un ragazzo marocchino era finito a processo per le violenze perpetrate in famiglia, ma ora il padre dice di essere stato tradotto male

Un errore di traduzione dall'arabo. Così, a due anni di distanza dalla denuncia depositata presso i carabinieri di Cologna Veneta, un uomo di Pressana, ma originario del Marocco, ritratta le accuse per violenza domestica indirizzate al figlio. Tale dietrofront è avvenuto a fine novembre davanti al giudice e al pubblico ministero d'udienza. Il genitore, nel frattempo, è finito in carcere per altri reati.

L'Arena riporta alcune delle dichiarazioni apparentemente tradotte erroneamente al momento della denuncia, come un "ti voglio uccidere, rivolto al padre il 29 settembre 2013, prima di sferrargli tre pugni e dopo averlo minacciato con un coltello. In seguito all'ennesimo episodio, i genitori del 24enne si erano rivolti ai carabinieri. "Azzedine voleva scappare in Marocco perché la polizia voleva arrestarlo per rapina. Ci aveva chiesto 500 euro ma glieli avevamo rifiutati". Al rifiuto sarebbe seguita l'aggressione. Sempre dai carabinieri, i coniugi marocchini avrebbero anche raccontato che il figlio "Non vuole lavorare, spende tutti i soldi in alcool e fumo".

Ma ora, a due anni di distanza, il padre ha dichiarato al giudice che quanto raccontato nel 2013 "Non è vero, fu un problema di traduzione delle mie parole", perciò ha ritirato l'accusa. Tuttavia, il processo per minacce aggravate proseguità d'ufficio.

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