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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Piazza Roma

L'ultimo viaggio di Martino e Pietro, tra il rombo dei motori e le note di George Michael

Ammazzati da 16 colpi di arma da fuoco esplosi da Filippo Manzo, padre e figlio sono stati portati al camposanto di San Massimo. Prima una toccante cerimonia ha permesso a parenti e amici di dare loro l'addio

Si è svolta ieri, ad una settimana esatta dalla loro tragica morte, la cerimonia funebre di Martino Mazza, 47 anni, e Pietro, il figlio 24enne, da molti conosciuto con il nomignolo di "Pier". A porre fine alla vita dei due, i 16 colpi di pistola esplosi da Filippo Manzo, 54enne residente in via Verdi a Buttapietra. Un funerale toccante vissuto tra le note di Geroge Michael e il rombo delle motociclette, poi gli applausi delle centinaia di persone presenti, che hanno liberato decine di palloncini bianchi per dare loro l'ultimo saluto.
Nonostante fossero residenti a Marchesino, la cerimonia si è svolta a Cadidavid, in accordo con il parroco. Poco presenti nel comune di Buttapietra, i due frequentavano spesso la frazione veronese, soprattutto Pietro, che li aveva i suoi amici e la sua fidanzata, Ilaria. 
Nella sua particolarità il rito ha preso il via alle 9.30, capita raramente infatti di vedere padre e figlio uniti in questa circostanza, soprattutto a causa di una morte così violenta. L'unico a fare cenno della causa che ha portato a questa tragedia è stato don Sebastiano Cassini, l'ex-curato di Cadidavid che ora si occupa di formazione in Seminario ed amico di "Pier" che ha presieduto la cerimonia concelebrata anche dai parroci di Cadidavid, Marchesino e Buttapietra e da fra Beppe Prioli, il "religioso dei carcerati".
"Si muore per tanti motivi ma così, a causa della violenza, non lo si può accettare", queste le parole di don Cassini durante l'omelia riportate dal quotidiano L'Arena. Con gli occhi pieni di lacrime, visibilmente commosso, il religioso poi ha raccontato del patto tra lui e Pietro, stretto in occasione di una conversazione su Dio e l'aldilà: il primo a lasciare questo mondo sarebbe poi tornato indietro per raccontare all'altro ciò che aveva visto. 
Poi al microfono si sono succeduti amici e parenti, che hanno voluto dare l'addio a Pietro e il padre, testimoniando un grande senso di amicizia. Prima ancora gli amici motociclisti del ragazzo hanno scortato i carri funebri fino alla chiesa e una volta terminata la messa hanno dato il loro saluto coprendo con il suono dei motori le note di "Careless whisper", la canzone che gli amici del giovane hanno voluto diffondere sul sagrato del tempio. "Pietro avrebbe voluto essere salutato facendo rumore, per cui portate pazienza ma è giusto così", ha affermato don Cassini, anch'egli appassionato di motori. 
Poi la processione ha condotto le due bare al camposanto di San Massimo, dentro le quali c'erano il ragazzo "bello fuori e dentro" e un padre "che era il suo eroe".

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