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Cronaca Valverde / Piazza Renato Simoni

Scatta all'alba l'operazione "Hai Dani": sgominata la banda delle slot, cinque persone arrestate

Si sono resi autori di numerosi colpi tra le province di Verona, Mantova e Vicenza ma i carabinieri di Sanguinetto e Nogara, in collaborazione con gli uomini del N.O.RM. della Compagnia di Legnago li hanno scovati

L'operazione "Hai Dani" si è conclusa nelle prime ore del 26 marzo per mano dei carabinieri di Sanguinetto e Nogara, in collaborazione con gli uomini del N.O.RM. della Compagnia di Legnago, che al termine delle indagini partite nel settembre 2013 hanno eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare ai danni di altrettante persone. 
"Hai Dani" in romeno significa "Andiamo Dani", una frase che i componenti della banda sgominata utilizzavano spesso per comunicare a uno di loro il momento in cui doveva "entrare in azione". 
Gli uomini della Stazione di Sanguinetto, dal settembre del 2013, si sono concentrati su alcuni furti commessi ai danni di alcuni esercizi pubblici al cui interno erano presenti slot machine e dei cambia monete. Monitorando i colpi perpetrati, hanno iniziato a raccogliere elementi insieme ai colleghi di Nogara, anch’essi interessati al fenomeno. Gli episodi erano divenuti numerosi e, per la maggior parte,  si verificavano a cavallo delle province di Verona e Mantova, dove le continue razzie avevano creato un forte allarme sociale. 
L'analisi dei colpi, ha consentito ai militari di individuare il modus operandi dei criminali, che consisteva nell'infrangere con con un tombino in ghisa le vetrate e tagliare con un flessibile i sistemi di sicurezza di ancoraggio per i cambiamonete o slot-machine che venivano poi asportati e forzati in luoghi isolati. In alcuni casi, invece, con un flessibile i malviventi aprivano le macchinette direttamente sul posto, fuggendo poi con il bottino.
Grazie alla attenta e scrupolosa analisi deelle immagini acquisite dai sistemi di videosorveglianza, interni ed esterni ai locali colpiti, e all’ascolto di alcuni testi, gli investigatori, incrociando anche i dati relativi ai controlli sul territorio registrati in banca dati, hanno indirizzato i propri sospetti verso un gruppo di soggetti che orbitavano tra Nogara, Castel d’Ario e Villimpenta, già noti per i loro specifici trascorsi penali.
Sotto la direzione del PM Elisabetta Labate, i militari di Sanguinetto e Nogara hanno iniziato un’attività investigativa fatta di lunghi servizi di osservazione e monitoraggio dei soggetti con apposite apparecchiature. Questo ha consentito di comprovare la loro responsabilità nel compimento di circa 30 colpi nel periodo compreso tra il settembre ed il novembre 2013, nelle province di Verona, Mantova e Vicenza.
La banda era composta da sei persone, cinque delle quali addette al compimento materiale dei furti ed un sesto incaricato di provvedere “all’approvvigionamento” dei veicoli da utilizzare per portare a termine i colpi.
Il lavoro investigativo ha provato le responsabilità del gruppo criminale nei furti, portati a termine con sfrontatezza, freddezza ed indifferenza ostentata nei modi e nei tempi con cui sono stati commessi, esaltando la loro consolidata capacità e pericolosità delinquenziale che li portava a colpire anche più obiettivi in una sola notte, anche subito dopo essere stati sottoposti a controlli di Polizia. Inoltre, le indagini hanno permesso di appurare la “professionalità” con cui agivano: ogni obiettivo era oggetto di sopralluogo, generalmente nel pomeriggio precedente e, a seconda della tipologia del locale, veniva formato il team operativo: 2 persone per i piccoli locali, 4 o 5 per quelli considerati più impegnativi. Per l’azione venivano utilizzati sia veicoli di proprietà, che rubati.
La notte, dopo aver osservato l’obiettivo, accertata l’assenza di problemi, con un tombino recuperato li vicino, veniva infranta una vetrata ed in pochi minuti portato a termine il furto.
Il gruppo per cambiare le monete asportate in banconote, utilizzava, all’insaputa dei gestori, i cambiamonete installati all’interno di sale bingo o sale gioco.
A conferma di tutto questo, nella notte del 2 novembre 2013, gli uomini del NORM di Legnago hanno arrestato in flagranza di reato, e dopo un lungo inseguimento, Silvio Constantin Munteanu, rumeno classe 1992 e gravitante alla zona di Sorgà. Munteanu aveva appena compiuto un furto in un esercizio pubblico di Cerea insieme ad un complice Daniel Lucut, che inizialmente era riuscito a darsi alla fuga, prima di essere a sua volta identificato. I due, con il volto coperto dal passamontagna e con un’auto con le targhe coperte,  dopo avere sfondato la vetrina di un bar, si erano impossessati delle slot machine” presenti all’interno dell’esercizio commerciale caricandole sul veicolo. Scoperti ed intercettati da una pattuglia in abiti civili, hanno prima provato a fuggire in auto, per poi abbandonarla e cercare inutilmente di dileguarsi a piedi nelle campagne di Cerea.
Grazie alle prove raccolte, il Gip Giuliana Franciosi, concordando con i riscontri investigativi, accertata la sistematicità, l’abitualità, la determinazione e l’accortezza adottate nel compimento delle condotte delittuose, ha ritenuto che l'agire di questi criminali non fosse occasionale, ma che il loro fosse uno "stile di vita" che li avrebbe portati a compiere nuovamente gli stessi reati. È stata quindi emessa l'ordinanza di custodia cautelare in carcere per cinque elementi della banda, mentre per il sesto ci sarà l'obbligo di presentarsi alle autorità.
A finire in manette nell'alba del 26 marzo quindi sono: Mihai Daniel Sava, 22 anni, rumeno, pregiudicato, arrestato a Roncoferraro; Daniel Lucut, 25enne, rumeno, pregiudicato, arrestato a Nogara; Marius Filip, 25enne, rumeno, pregiudicato, arrestato a Roncoferraro; Vasile Finegari, 25enne, rumeno, pregiudicato, detenuto presso la Casa Circondariale di Bollate; Mohammed Ezzimbi, 28enne, marocchino, pregiudicato, detenuto presso la Casa Circondariale di Verona. Irreperibile invece la sesta persona. 
Finegari era già stato arrestato nel novembre del 2013, in quanto deve scontare 6 anni e 9 mesi di reclusione per reati contro il patrimonio. L'attività inoltre ha consentito di trovare e restituire ai legittimi proprietari  50 Slot Machine, 8 cambiamonete, 2 furgoni, 7 autovetture, 5 moto, un ciclomotore, apparecchi elettronici ed hi-fi, il tutto per un valore complessivo di circa 300 mila euro.

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