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Cronaca via Tribunale

Verona, truffano i propri operai e fanno la "cresta" sugli stipendi. Loro contestano? Giù botte e minacce

Finiscono nel irino della Procura due imprenditori edili albanesi che stavano facendo lavori in subappalto sul tratto trevigiano del Passante di Mestre: ogni mese erano rimborsati ma loro trattenevano da 500 euro in su ai dipendenti

La crisi, per loro, era solo quella degli operai. Al momento del versamento degli stipendi, ogni mese, trattenevano alcune quote, solitamente dai 500 euro in su, per presunte spese di vitto e alloggio. In realtà facevano la classica “cresta” sui soldi guadagnati e qualora i dipendenti avessero mosso contestazione venivano denunciati di morte. Dovranno rispondere di estorsione in concorso i due imprenditori edili albanesi di 42 e 36 anni. Ciò che accadeva nella ditta di Verona è finita nel mirino della Procura di Treviso dopo che tre operai romeni avevano denunciato l’abuso subito durante il loro impiego nei cantieri per il prolungamento del Passante di Mestre.

Per nove mesi, da settembre 2007 a maggio 2008, le trattenute avrebbero totalizzato almeno 13mila e 500 euro che i titolari si sarebbero intascati. Spese di “vitto e alloggio” dunque inesistenti, almeno per gli operai, dato che nel contratto di subappalto era espressamente riportato che l’eventuale esborso doveva essere a carico della ditta edile appaltatrice che forniva i lavori. E la ditta infatti ogni mese elargiva il rimborso. Oltre al raggiro sullo stipendio, tuttavia, ci sarebbe stata anche violenza, dato che alla prima reazione dei romeni sarebbero partite minacce e botte.

Il processo, come spiega il Corriere Veneto, si è aperto martedì a Treviso, in seguito alla denuncia effettuata a Verona e dopo che gli atti erano stati trasferiti dalla Procura scaligera a quella della Marca per competenza territoriale. I due imprenditori edili non si sono presentati in aula e la prossima udienza è stata fissata a novembre.

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