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Cronaca Via Torricelle

Verona, il traforo delle Torricelle sarà "dimezzato" pur di partire

Secondo la società di progettazione, Technital, il mercato finanziario costringe ad agire con prudenza circa i 450 milioni da rastrellare nelle banche. Il Comune è d'accordo e attende la Via da Roma

Se ne parla da decenni e dopo studi, varianti, proteste e analisi il traforo delle Torricelle sembrava alla svolta. L'ennesimo colpo di scena, dopo le indiscrezioni che si erano susseguite negli scorsi mesi, è arrivato lunedì a palazzo i Barbieri. Il tunnel si farà, ma dimezzato. Una sola galleria delle due previste, lunghe 2 chilometri e 200 metri, tra Avesa e Poiano. Questo fino a quando non diventerà funzionante. Allora, poi, si cominceranno i lavori per la seconda strada. E' quanto ha presentato la società di progettazione Technital in Comune, per voce del suo amministratore delegato. La decisione è stata presentata all'assessore alla Mobilità, Enrico Corsi, attraverso il Piano finanziario, nel quale si giudica "azzardato" procedere con la richiesta di finanziamento per 450 milioni alle banche, dato il periodo nero del mercato. Più prudente, dunque, costruire una sola galleria e ultimare l'opera in un secondo momento.

TOSI PENSA AD UN TRAFORO DIMEZZATO. INSORGE L'OPPOSIZIONE

Il progetto, come spiegano i quotidiani locali, resterà tuttavia invariato: due gallerie, una per senso di marcia. Almeno così comparirà sul tavolo della Commissione di Roma che valuterà il prgetto. Il costo è di 805 milioni di euro, di cui 436 a carico dei privati e 369 per la gestione e la manutenzione per tutta la durata della concessione (di 45 anni). In cambio del "nulla osta" comunale per il dimezzamento, il Comune punta alla richiesta di velocizzare gli scavi. Ora si attende la Via, Valutazione d'impatto ambientale, attesa da Roma sui tempi della quale lo stesso sindaco Flavio Tosi non è mai apparso fiducioso. "Un anno", aveva annunciato. E ad essere sconfortati dalla decisione di dimezzare il traforo non sono solo i rappresentanti dell'opposizione in Consiglio comunale. Ma anche i rappresentanti del Pdl in Provincia. Per il capogruppo in Provincia Alberto Bozza, già presidente della seconda Circoscrizione, non varrebbe la pena di mettersi al lavoro per un'opera dimezzata. Il rischio, come spiega sulle pagine del Corriere Veneto, sarebbe quello che la seconda corsia "non venga mai fatta" creando un traffico senza precedenti in prossimità dell'unica galleria. Nell'ìora di punta serbe dunque un massacro per automobilisti e camionisti.

L'ATTACCO PD - "Tosi la smetta di prendere in giro i cittadini, trovi un'onorevole via d'uscita con i promotori e dica addio definitivamente all'assurdo progetto del traforo che troppi soldi ha già fatto spendere ai cittadini senza alcun risultato". Non usa mezzi termini il capogruppo Pd in Consiglio comunale, Michele Bertucco, sulla questione. "La soluzione - spiega in una nota - di dimezzare l'opera per poi riprenderla se e quando ci saranno i soldi non sta né in cielo né in terra. A parte l'assurda ipotesi di raddoppiare gli anni di persistenza dei cantieri che paralizzerebbero metà città per un tempo indefinito, in quanto collegamento autostradale il traforo deve rispettare precise caratteristiche e non è ne pensabile né credibile che venga realizzato ad una canna sola".

Continua Bertucco: "La ripresentazione del Pef, avvenuta nelle ultime ore, sta ad indicare che il progetto è cambiato e che c'è la volontà politica di trovare nuovi escomatage per superare la normativa. Tosi e parte della sua corte presto o tardi se ne andrà da Verona ma toccherà ai cittadini rimettere insieme i cocci della sua gestione fallimentare. Sul Traforo il Pd ha chiesto la convocazione di una commissione consiliare e ha inoltrato al presidente del Consiglio una domanda di attualità".

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