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Cronaca Centro storico / Piazza Brà

Tosi rincara la dose: "Le parole della Bindi? Siamo in linea con un pesce d'aprile"

Il primo cittadino scaligero torna sulla conferenza stampa e sulle dichiarazioni rilasciate dalla presidente della Commissione Antimafia e prosegue lungo la sua rotta: "Vada a fare campagna elettorale da un'altra parte"

Mancano due mesi alle elezioni regionali previste per il 31 maggio, quando attacchi e contrattacchi iniziano a farsi sempre più duri. Non solo tra centrodestra e centrosinistra, ma anche all'interno dello stesso centrodestra è stata avviata una lotta senza esclusione di colpi, dove avanzano ora anche sospetti di infiltrazioni mafiose e Verona si trova così ancor più sotto la luce dei riflettori. 
Con le dichiarazioni rilasciate in conferenza stampa martedì, Rosy Bindi, esponente del Pd e presidente della Commissione Antimafia, ha spostato in parte la battaglia politica sul piano giudiziario, seppur non intenzionalmente, dando il via alla dura replica di Flavio Tosi, che ieri è tornato una seconda volta sull'argomento. "Visto che è il primo aprile - ha affermato il sindaco ai microfoni de L'Arena - in termini di pesce d'aprile siamo abbastanza in linea. A Venezia è caduta un'Amministrazione comunale per gli scandali legati alle tangenti del Mose e non c'è successo nulla, a Roma, mafia-capitale, sono stati coinvolti amministratori e dirigenti e non è successo nulla. E la commissione parlamentare antipolitica viene qua a Verona? È meglio che la Bindi vada a fare campagna elettorale altrove". 
In piena corsa per la presidenza della Regione Veneto dopo la sua cacciata dalla Lega Nord, il sindaco prosegue affermando che "Il dato vero è che non c'è un dirigente, un dipendente, un amministratore del Comune di Verona sottoposti a indagini in corso per reati dei quel tipo". 
Ma l'eco della vicenda è giunta fino in Parlamento, dove Stefano Bertacco, senatore veronese di Forza Italia, ricorda a cittadinanza ed istituzioni quando il suo partito presentò una richiesta simile a quella della Commissione Antimafia per mano del deputato Alberto Giorgetti. Richiesta giunta in Prefettura ma della quale poi non si è fatto niente. "Quando qualche tempo fa l'onorevole Giorgetti chiese una Commissione atta a verificare le notizie di infiltrazioni della 'ndrangheta nell'amministrazione comunale di Verona molti si scagliarono contro l'untore - afferma Bertacco sulle pagine de L'Arena - non capendo che quella era una richiesta per il bene di Verona che avrebbe permesso oggi di sapere la verità. Una richiesta a garanzia e tutela di tutti i veronesi che non vogliono vedere la propria città coperta da una coltre di fango che non meritano". Il senatore poi prosegue spiegando che "la richiesta della commissione parlamentare è nei toni, ma anche nei contenuti pesante, ma soprattutto preoccupante nel passaggio in cui si invita la Procura a una maggiore collaborazione con la Dda. Il sindaco Tosi invece che derubricare a pietose le richieste della Commissione farebbe bene ad appoggiarla, per porre fine alla stagione dei 'si dice' e dare inizio a quella della chiarezza per l'onorabilità della città di Verona".

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