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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Zai / Viale dell'Industria

Verona, Tosi: "Centri commerciali ovunque? Ma dove?" Scontro sui numeri: "Ce ne sono almeno 10"

Il sindaco: "Vedono insediamenti anche dove non ce ne sono. Ne sorgeranno solo 3". Il Partito Democratico: "Venendo dal centro città si incontrano zone che oltrepassano la superficie di Grande Mela, Galassia e Corti Venete messi insieme"

"Nel Partito Democratico veronese c’è chi vede centri commerciali anche dove non ci sono e, calcolando anche medie strutture di vendita, arriva a contarne otto: in realtà sono tre, due frutto di riconversioni di zone industriali dismesse (ex cartiere ed ex officine Adige) e uno, quello di Verona est, che all’interno delle compensazioni realizza il parcheggio scambiatore per il filobus". Risponde per le rime, il sindaco di Verona, Flavio Tosi, alle polemiche nate fuori e dentro il Consiglio comunale sui nuovi insediamenti in città. Il sindaco ha precisato che la Giunta ha deciso di verificare lo sviluppo del commerciale per impedire che, soprattutto la zona di Verona Sud, diventi un unico enorme ipermercato a seguito delle agevolazioni introdotte dal decreto “Sblocca Italia”, introdotto non dal Comune di Verona ma dal governo Renzi.

"La nostra città ha oltre 250mila abitanti e i tre che ho citato saranno gli unici centri commerciali presenti, mentre vi sono Comuni del circondario – anche amministrati da giunte Pd – che hanno un ventesimo degli abitanti di Verona e sono pieni di centri commerciali. Finora Verona ha solo dovuto sopportare i disagi dovuti al traffico rivolto verso i centri commerciali dei comuni limitrofi senza averne i relativi benefici in termini fiscali".

IL CALCOLO DEL PD - Non è passato molto tempo (qualche ora), che il Pd veronese replicasse alle parole del sindaco, snocciolando calcoli e dati. "È chiaro come il sole che le scelte urbanistiche del Comune avvengono sotto dettatura del privato - spiega Michele Bertucco, capogruppo in Comune di Verona - ma che il sindaco non si prenda la briga di leggere nemmeno le definizioni generali è semplicemente avvilente. Venendo dal centro della città si incontrano, nell'ordine: Ex Cartiere, 25mila metri quadri; Eataly, 8.500 metri quadri; altri 3500 metri quadri di commerciale sono previsti agli ex Magazzini Generali; Esselunga, 8.000 metri quadri; altri 8.500 metri quadri sono previsti alle ex Gallerie Mercatali, che sono in vendita; ex Officine Adige, 25 mila metri quadri; supermercato di Forte Tomba: 4.500 metri quadri. Totale: 83 mila metri quadri, superiori a Grande Mela, Galassia e Corti Venete messe insieme".

Sarebbero questi, per il Pd, soltanto i centri commerciali in stato avanzato di decisione. Continua Bertucco: "Ma gli strumenti urbanistici del Comune ne promuovono di nuovi anche all'ex Manifattura Tabacchi; sull'area della Campagnetta a Verona Est e all'ex Scalo Merci (legge regionale sul commercio). Mentre quello legato all'Ikea sull'area Biasi sta naufragando per mancanza di presupposti. Con queste premesse il dualismo tra piccola e grande distribuzione è destinato a risolversi non in forza di una battaglia giusta per il rispetto delle festività ma per estinzione del primo dei due termini".

SULLE APERTURE FESTIVE - Proprio sulle aperture domenicali il sindaco, dopo la presentazioni del report di Confesercenti, ha risposto alle accuse di avere una "faccia tosta" nel sostenere che siano un danno ale piccole attività e al contempo avviare i nuovi insediamenti: "Non è affatto contraddittorio - ha spiegato Tosi - comunque, aver previsto la realizzazione di tre centri commerciali e chiedere però che non tengano aperto tutte le domeniche: un conto è la loro realizzazione ed un altro è la loro regolamentazione e noi siamo favorevoli al fatto che la Regione del Veneto possa, insieme ai Comuni, regolamentarne le domeniche di chiusura o apertura".

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