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Cronaca Sommacampagna / Via Roma

Verona, "la Tav si farà" ma con quali soldi? "I 3 miliardi promessi dal ministro non sono da nessuna parte"

Un vero e proprio mistero quello dei finanziamenti annunciati da Lupi per completare le tratte Brescia-Verona (1,5 miliardi) e Verona-Padova (1,5 miliardi). Nella legge di Stabilità non c'è traccia. I Cinquestelle chiedono una proroga per le osservazioni

Pochi giorni fa erano stati annunciati con tutti i crismi: 3 miliardi per la Tav Brescia Padova. Era stato il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, a prometterli e subito si erano innescate le reazioni. Quelle felici della Regione e della Provincia, quelle indignate di sindaci dei Comuni interessati, proprietari dei terreni da espropriare e comitati “No Tav”. In realtà, precisano alcuni esperti, nella legge di Stabilità quei soldi non ci sono. Nessuna traccia degli 1,5 miliardi di euro per la Brescia-Verona o degli 1,5 per la Verona-Padova. Un mistero? Secondo il Corriere Veneto, che cita uno dei “massimi esperti” in Veneto dell’Alta velocità, Erasmo Venosi, i finanziamenti per la tratta mancante della Milano-Venezia non sono stati trovati da nessuna parte. Non c’è riscontro di copertura finanziaria. In parole povere: quei soldi promessi da dove vengono fuori? A confermare le ipotesi di Venosi è anche la deputata veronese del Pd, Alessia Rotta che ipotizza che le parole di Lupi siano servite ad “assicurare l’impegno nel reperire le risorse in tempi rapidi, ma quei soldi al momento nella legge non ci sono”. La notizia dei 3 miliardi destinati alla Tav veronese era uscita dalle pagine del Sole 24 Ore, giornale della Confindustria, in cui Lupi avrebbe anche annunciato di essere al lavoro per “anticipare le risorse con una accordo tra Cassa depositi e prestiti e la Banca europea per investimenti”. Ma come giustamente fa notare l’esperto Venosi, quei finanziamenti non sono già presenti ma una scommessa sul futuro. E inoltre la UE avrebbe deciso di investire il 30% solo su tratte internazionali. Per quelle “interne” il costo è da accollare solo allo Stato italiano.

Il mistero veniva alla luce proprio mentre la commissione regionale Via, di Valutazione per l’impatto ambientale, stava effettuando un sopralluogo nei territori veronesi interessati dal passaggio della Tav: Sona, Sommacampagna, Peschiera, Castelnuovo. A Sommacampagna il comitato “No Tav” ha già sparato qualche colpo, attraverso un presidio davanti al municipio in cui si è tenuta la riunione con gli amministratori locali. I funzionari regionali si sono poi spostati a Peschiera, dove è situato i santuario della Madonna del Frassino che potrebbe essere coinvolto nella piccola rivoluzione del territorio che serve per far spazio ai binari. Il progetto infatti prevede che l’edificio religioso dei frati venga “risparmiato” mediante la costruzione di una galleria sotterranea. “Noi ci siamo voluti informare. Per eventuali osservazioni deciderà l’ordine con sede a Marghera” ha fatto sapere frate Ezio sulle pagine del quotidiano locale.

OSSERVAZIONI "CONTRO" - Intanto una richiesta formale di proroga della scadenza per l’invio delle osservazioni da parte di tutti i soggetti interessati al progetto dell'Alta Velocità è quanto chiedono al Ministero dell’Ambiente le portavoce venete del Movimento 5 Stelle, Arianna Spessotto e Francesca Businarolo. La scadenza è fissata al prossimo 6 novembre: “Ho inviato, insieme alla collega Businarolo, una lettera  indirizzata al responsabile del procedimento per la Valutazione ambientale – spiega la Spessotto - per chiedere che vengano rispettati i termini per la presentazione delle osservazioni al progetto per la tratta Brescia Verona”.

“Il termine ordinario di 60 giorni, previsto dal Testo unico ambientale, non è stato infatti osservato - denunciano le deputate venete - e i Comuni interessati dall'opera si trovano ora a dover presentare le proprie osservazioni entro il 6 novembre, mentre l’istanza relativa al progetto è stata pubblicata solo il primo giorno di ottobre. Riteniamo dunque necessario che la proroga venga concessa, in conformità alle legge - concludono le deputate venete Cinquestelle - dando ai soggetti interessati il tempo necessario per approfondire un progetto risalente al lontano 2003”.

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