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Cronaca Avesa

Verona, tangenti e cemento: "Grave squilibrio territoriale. Ecco le opere di Giacino da bloccare"

L'associazione Italia Nostra: "In attesa che il Consiglio comunale decida come procedere denunciamo la nostra preoccupazione per l’approvazione di edificare in aree non adatte ad essere cementificate"

"In attesa che il Consiglio comunale decida come procedere per una corretta analisi delle delibere urbanistiche preparate dall’assessore Vito Giacino, quale rappresentante di 'Italia Nostra', denuncio la nostra preoccupazione per l’approvazione di edificare in aree non adatte ad essere cementificate. Ricordo che tutta la nuova pianificazione di Giacino si basa su errori valutativi, come la sovrastima dello sviluppo demografico". Ad alzare il livello della discussione è ancora una volta l'associazione "Italia Nostra", per voce del suo presidente provinciale, Giorgio Massignan.

"l nostro saldo demografico 2001 - 2011 risulta negativo, ma tuttavia il Piano di assetto territoriale ha pianificato un aumento di volumetria abitativa pari a 10mila 900 nuovi alloggi e 750mila metri quadrati di edifici ad uso commerciale, terziario e produttivo. La necessità di rivedere certe scelte si evince anche dal fatto che il Piano prevede, nel decennio, una capacità insediativa residenziale di 5 milioni di metri cubi e che il Piano degli interventi quinquennale ne ha potenzialmente consumati 4 milioni e 293mila. Considerato il contenuto delle testimonianze dell’imprenditore Leardini e la difficoltà di giustificare urbanisticamente certe scelte, sarebbe corretto rivedere l’inter o impianto della pianificazione del territorio. Ma, fin da subito, sarebbe doveroso bloccare l’edificazione in alcuni aree che, per caratteristiche ambientali, paesaggistiche e morfologiche, potrebbero causare un grave squilibrio territoriale".

Continua Massignan: "La notizia che l’ex assessore Vito Giacino, secondo la tesi dell’accusa, avrebbe definito destinazioni d’uso territoriali e fatto scelte urbanistiche influenzate soprattutto da interessi economici e personali, spinge Italia Nostra a chiederne preventivamente il loro congelamento e a bloccarne quindi l’attuazione, sino a quando le indagini della Magistratura avranno accertato la colpevolezza o meno dell’ex vicesindaco. Sulla base di questi dati oggettivi, chiediamo l’immediato blocco delle delibere nelle zone di Porto San Pancrazio, di San Michele, di Montorio, di Quinzano, di Madonna di Dossobuono e di Santa Lucia, che coinvolgono le imprese di Alessandro Leardini, che ha confessato agli inquirenti di avere pagato all’assessore Giacino tangenti per centinaia di migliaia di euro".

Per Italia Nostra le opere da bloccare sono:

• N. 123 . Al limite del contesto figurativo di Villa Monastero a Parona, in un’area caratterizzata da importanti elementi del paesaggio storico, l’edificazione di vol umetrie con quattro piani fuori terra risulta estremamente invasiva.

• N. 131 . E’ necessario eliminare tutta la nuova volumetria prevista nella zona compresa tra il versante di San Rocco e San Rocchetto e il vajo di Quinzano. Il versante collinare è caratter izzato da terrazzamenti coltivati con il sistema irriguo storico, tipico delle aree collinari. Inoltre è ancora presente l’antica strada denominata via San Rocco, delimitata per gran parte da un muro di sasso, che rappresenta la storica arteria di connessi one tra l’area fluviale e il versante collinare.

• N. 400 . E’ necessario eliminare la nuova volumetria edilizia prevista ad Avesa, a ridosso di colle San Leonardo, nel tessuto storico che conclude villa Scopoli e il complesso dei Camaldolesi con il sistema dei lavatoi. • Non dovrebbe essere accolta la proposta di realizzare al Nassar in un’area d’intervento di 72.399 mq., a pochi metri dall’ Adige, in zona di esondazione, (nel 1993 è stata invasa dalle acque del fiume), 11 fabbricati a destinazione residenziale, di altezza 11 metri con una superficie coperta di 6.780 mq.; e 2 fabbricati a destinazione direzionale e commerciale, di 11 metri di altezza per una cubatura di 24.930 mc. con una superficie coperta di 3.110 mq.

• N. 432 e 525. Non è necessario che il limite urbano verso San Felice e verso la tangenziale sia ulteriormente espanso a scapito di un territorio agricolo ancora funzionante e di grande valore paesaggistico.

• N. 271, 402, 454. E’ un’area che rappresenta l’ultimo lotto di separazione tra San Michele e San Martino, deve rimanere vuota. Da valorizzare l’ex cava Cercola, con falda affiorante e che si è rinaturalizzata.

• N.508. Deve essere lasciata libera l’area vicino a Forte Biondella, nel contesto figurativo di Villa San Giuseppe, a ridosso del Parco delle Mura.

• N. 112, 119, 332. Sono gli ultimi lotti liberi nell’abitato di Quinto, contigui al tessuto storico della contrada d i Lumialto. Per mantenere la qualità urbana, vanno tenuti inedificati.

• N. 141 . Crinale di Cancello, Dorsale delle Mire. Territorio ricco di vaj, sorgenti, aree boscate e strade storiche di collegamento. Anche alla luce di prevenire eventuali dissesti idro geologici, sono da escludere interventi di edificazione.

• N. 410. A Santa Maria in Stelle, vicino al Pantheon , è stato proposto un progetto per nuove residenze con relativi parcheggi e nuova viabilità.

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