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Cronaca Centro storico / Piazza Brà

Verona, tagli da Roma, tagli in Comune: guerra politica sull'aumento delle tasse annunciato da Tosi

Il sindaco di Verona: "Se lo Stato taglia 31 milioni di euro di trasferimenti siamo costretti ad aumentare le imposte per un pari importo". Il Pd insorge: "Questo governo non c'entra nulla. Qui si continua a strapagare manager pubblici"

La chiamano "bufera" ma in realtà è una polemica che ricorre da tempo e praticamente in ogni grande o media città d'Italia. Si parla di tasse: il Comune le aumenta "incolpando" i tagli di risorse da parte del governo, le opposizioni insorgono. Non fa eccezione quella nata poche ore fa, a Verona. “Ormai è diventato un meccanismo automatico, anche per il nostro Comune – aveva spiegato il sindaco Flavio Tosi - che non solo è virtuoso, ma che è anche fra i capoluoghi con la tassazione complessiva più bassa: ogni volta che lo Stato taglia i trasferimenti ai Comuni, questi devono aumentare di pari importo la pressione fiscale locale, per evitare di penalizzare i servizi ai cittadini.

"Noi abbiamo un bilancio di spesa corrente che è in continua decrescita, continuiamo a diminuirlo mantenendo allo stesso tempo invariati i servizi sociali, che sono intoccabili. Ma in un quadro così complesso in cui lo Stato taglia 31 milioni di euro di trasferimenti da un anno all’altro, portandone via poi altri 48 di tasse sugli immobili (32 dal Comune e 16 dai proprietari di immobili di categoria D), saremo costretti ad aumentare le imposte per un importo pari al mancato trasferimento dello Stato. Da Imu e Tasi dovranno entrare 137 milioni, è questa la cifra su cui si regge il bilancio 2014 per cui incontreremo a breve le categorie economiche e i rappresentanti dei proprietari immobiliari, per illustrare loro la situazione finanziaria e confrontarsi su quelli che possono essere i margini di manovra, all’interno di una cifra complessiva che dovrà necessariamente rimanere invariata”. Il sindaco di Verona si era scagliato poi contro le "anime belle" del centrosinistra che avrebbero potuto fomentare la rivolta contro l'aumento di tasse. "Ma lo vadano dire a Renzi" aveva spiegato, dato che "i tagli li ha creati lui".

L'OPPOSIZIONE - Non c'è voluto molto, tuttavia, che dalla parte opposta si raccogliesse la polemica. Non molto d'accordo con il sindaco sono stati infatti i deputati veronesi del Partito Democratico che avevano ravvisato come "i tagli al Comune abbiano origine nel Governo Berlusconi. Per il 2014 - spiegano Vincenzo D'Arienzo e Diego Zardini - il taglio corrisponde per tutti i Comuni italiani a circa 6,5 miliardi e per le Province a circa 2,7 miliardi. Forse Tosi non lo sa, ma ad aprile abbiamo stabilito che i Comuni e le Province devono risparmiare sui contratti in essere sui servizi e sull'acquisto dei beni almeno il 5% rispetto al 2013 dando la possibilità di scegliere le modalità per ricontrattare gli accordi. Solo se non ci riusciranno, interverranno i tagli per 376 milioni per i Comuni e 563 milioni per le Province".

Continuano i parlamentari alla Camera del Pd veronese: "Siamo curiosi di vedere cosa farà Tosi, ovvero se ridurrà alcuni sprechi o farà pagare ai veronesi la sua inerzia. Dalle grida odierne, si capisce che ha già scelto. Anche per il 2015 sono previsti tagli consistenti. Tosi li affronterà o leggeremo lo stesso articolo anche l'anno prossimo? Nonostante tutto fosse conosciuto, Tosi non ha mai messo mano ai risparmi: consulenze, incarichi, avvocati pagati per le sue querele. Ha sempre preferito aumentare le tasse comunali e il prelievo Irpef e sempre con la stessa tecnica: prima le urla verso Roma, poi l'aumento e, quindi, continuare con gli sprechi di sempre".

Il capogruppo in Consiglio comunale, Michele Bertucco, aveva rincarato la dose, contro il sindaco che "mostra di avere la memoria corta. I tagli sono una triste eredità dei programmi di Pdl-Lega che con le loro politiche portarono il Paese sull'orlo del baratro tra il 2010 e il 2011. Inoltre, l'aumento delle tasse locali non è una novità per il veronesi, visto che l'anno scorso, malgrado l'avanzo di amministrazione, ci siamo visti aumentare l'Irpef comunale per effetto dell'abolizione degli scaglioni di pagamento, e abbiamo dovuto pagare la stangatina della mini-Imu poiché l'amministrazione ha tentato di fare la furba col governo. I pochi risparmi ottenuti in questi anni dal Comune di Verona sulla spesa corrente sono andati tutti sul conto ai lavoratori, vedi esternalizzazione delle mense scolastiche, vedi controversia con le maestre, vedi la minaccia incombente sui lavoratori Amia, mentre non sono state nemmeno scalfite le posizioni di privilegio. L'amministrazione continua ad avere un numero esorbitante di dirigenti. Continuiamo a strapagare manager pubblici che poi vanno a finire a processo per assunzioni sospette. Ciononostante, le consulenze esterne sono in crescita. Quanto denaro pubblico è stato iniettato nelle casse dell'aeroporto prima di svenderlo ai veneziani di Save? L'ultimo contratto d'oro da 10 mila euro netti al mese più bonus e ferie pagate, nella società Solori, è stato firmato solo poche settimane fa".

E ancora la deputata Pd Alessia Rotta: "Le anime belle della sinistra, come dice il sindaco Flavio Tosi, sono le stesse che hanno fatto tornare da questo mese nelle tasche di tantissimi veronesi 80 euro delle loro tasse. Tosi racconta favole ai cittadini, ma in realtà quel che non dice a loro è che la Tasi è una tassa ispirata proprio al principio federalista che gli sta tanto caro. Il Sindaco ha già scelto un’aliquota più alta del minimo quando si è trattato di pagare l’Imu nel 2012, non vorrei che ora si preparasse ad una stangata proprio con la Tasi, che dovrebbe compensare i 27 milioni mancanti dall’Imu sulla prima casa".

I GRILLINI - Il Movimento 5 Stelle invece parte con l'attacco bipartisan. A destra e a sinistra, come spiega L'Arena.

«Gli esponenti veronesi del M5S ringraziano il Governo», dicono i consiglieri comunali Gianni Benciolini, Luca Mantovani e Riccardo Saurini e il consigliere in Quarta circoscrizione Alessandro Gennari, portavoce. «Un governo legittimato dal recente successo alle europee e che non sbatterà i pugni sul tavolo per allentare la morsa fiscale imposta dall'Europa ma governerà accondiscendente anche a Bruxelles». E aggiungono: «Che cosa c'entra questo con il nuovo aumento a Verona? C'entra perché i patti immorali di stabilità minano le scelte delle amministrazioni locali , costrette ad applicare ancora tasse alle tasche già vuote dei cittadini. E Tosi che accanto a Salvini sventolava “basta euro" per le piazze d'Italia? Non muove un muscolo e asseconda le direttive imposte. Nulla più di questo. Veronese Tasi e paga».

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