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Cronaca San Zeno / Via Città di Nimes

Verona, svastica di auto. La Procura: "Propaganda del nazismo": da mesi maxi-inchiesta in corso

La "scoperta" dei magistrati veronesi andrebbe a costituire "l'ennesima prova" per un presunto maxi-fascicolo d'indagine aperto sulle frange più estremiste degli ultras scaligeri. Si configurano i reati previsti dalla legge Mancino

L’immagine condivisa da un lettore su Facebook ha fatto il giro del web ed è alla fine approdata in procura. Sedici auto parcheggiate a formare una svastica nel vallo dei bastioni di via Città di Nimes poco prima della festa di sabato scorso dei tifosi della Curva sud dell’Hellas Verona. La “scoperta” dei magistrati veronesi andrebbe a costituire “l’ennesima prova” per un presunto maxi-fascicolo d’indagine aperto sulle frange più estremiste degli ultras scaligeri. Si configura il reato di propaganda del nazismo e dell’odio razziale nell’ambito della legge Mancino sulle discriminazioni di ogni genere. Ad ammettere l’esistenza di un’ampia indagine sui “tifosi violenti” è il procuratore capo Mario Giulio Schinaia, che al Corriere Veneto ammette

«Quell'immagine? Fatto di una gravità inaudita, mai vista una cosa del genere - esplode scandalizzato il procuratore scaligero Mario Giulio Schinaia -. È semplicemente incredibile che esistano menti umane in grado di partorire idee di tale assurdità... Non posso non chiedermi a chi potrebbe mai venire in testa di mettere in scena una cosa simile…» … «da diversi mesi ormai è in corso, con il coordinamento sia del sottoscritto che di un mio sostituto, un'ampia inchiesta che vede coinvolte alcune frange di tifosi violenti». Un'allusione ad ambienti collegati agli ultrà dell'Hellas? «Non fatemi dire di più - reagisce Schinaia -, ma di cosa si tratti potete intuirlo anche voi: se parlo di tifo a Verona e mi riferisco al calcio, è quasi matematico capire all'interno di quale tifoseria stiamo indagando...».

In procura, comunque, non si fa come si dice “di tutta l’erba un fascio”. A finire nel mirino degli investigatori sarebbero persone ben precise e in numero ridottissimo rispetto ai tanti sostenitori della squadra gialloblù. Come chiarisce il quotidiano locale

«individui che, in occasione degli appuntamenti sportivi - chiarisce il procuratore di Verona - si sono distinti perché non avevano intenzione di godersi la partita di calcio in programma quel giorno, bensì di approfittare di quella circostanza per mettere in atto piani e atti violenti contro i sostenitori dell'altra squadra in campo». Match di calcio usati come pretesto «per picchiare e fare del male ad altre persone», dunque: è questa, in pratica, la tesi accusatoria attorno cui ruota l'inchiesta in atto da alcuni mesi in procura contro alcune frange di tifosi veronesi. Un'indagine ampia e variegata, di cui «entrerà a far parte adesso anche questa scandalosa foto delle auto a forma di svastica - ribadisce Schinaia -. E dire che, negli ultimi tempi, c'erano stati segnali che la situazione e il clima tra i tifosi fossero migliorati e si fossero rasserenati. Invece...»

L'immagine, diffusa "viralmente" sui social network come Facebook, è arrivata anche in Comune a Verona. La zona è di proprietà comunale ed era stata concessa gratuitamente per la festa dell'associazione "Verona beat", che nelle scorse ore pare si sia riiunita per discutere proprio del caso. Il primo a reagire in municipio è stato il vicesindaco Stefano Casali, che annuncia provvedimenti: “Affronterò la questione in Giunta per sapere chi ha concesso quell’area. È un’immagine che grida vendetta”.

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