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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Zai / Via Bartolomeo Avesani

Verona, telefonata choc al 113. "Mi ammazzo, donate gli organi" e si spara

Allarme pochi minuti dopo mezzanotte in via Avesani. La corsa contro il tempo delle pattuglie inviate dalla questura ha esito negativo. Il corpo del ragazzo è stato ritrovato a terra sanguinante alla testa

Sono stati minuti interminabili, quelli passati in auto da parte dei poliziotti intervenuti in via Avesani. Pochi attimi prima, alle 00.07, la centrale operativa del 113 aveva registrato una chiamata da parte di un ragazzo di 23 anni. "Non ce la faccio più, mi ammazzo. Donate i miei organi". Un annuncio choc che ha fatto partire immediatamente l'allarme. Pattuglia avvisata e sirene spiegate, poi, per la corsa contro il tempo. Una corsa da vincere, per salvare la vita ad un giovane veronese. L'agente che ha risposto ha confssato di aver udito quelle poche parole, dopodiché la conversazione era stata bruscamente interrotta. Immediato dunque l’intervento di più pattuglie delle Volanti alla ricerca del giovane in questione, peraltro in un’area estesa come quella di via Avesani, dove ha sede l’Amia e al di sopra della quale è ubicato il ponte della linea ferroviaria.

Le intense ricerche della polizia per individuare e raggiungere il giovane con l’intento suicida si sono concluse, purtroppo e nonostante gli sforzi, con il rinvenimento a terra del corpo, con la testa sanguinante e la mano sinistra che impugnava ancora la pistola, una Glock legalmente dichiarata e usata per ammazzarsi. Inutile chiamare il 118, per il giovane non c'era più nulla da fare. Effettuati tutti i rilievi tecnici da parte della polizia scientifica, il corpo del giovane, su disposizione del magistrato di turno, è stato trasferito all'Istituto di medicina legale per i relativi esami.

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