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Cronaca Centro storico / Corso Porta Nuova

Verona, stranieri al lavoro con la crisi: in provincia non c'è recessione

Primi segnali di inversione di tendenza a Verona. Si arresta la frenata del fabbisogno di dipendenti extracomunitari, in controtendenza con le altre province venete. Il 20,9% delle assunzioni sono straniere

Le imprese veronesi non sentono la recessione in relazione alla manovalanza di extracomunitari: la provincia scaligera, quinta per le imprese che assumono a tempo indeterminato lavoratori extracomunitari, è anche quella del Veneto a registrare la minore contrazione. Nonché la prima, sempre in regione, a mettere a libro paga più lavoratori extra Ue in rapporto al totale complessivo delle assunzioni: il 20,9%. Nel 2013 le imprese scaligere di industria e servizi stimano di impiegare 1460 lavoratori extracomunitari, 50 in meno rispetto al 2012. Una contrazione del 3,3% ben diversa da quella di Vicenza pari al 29,7%, dal 23,9% di Padova e dalla media regionale del 26,7%.

Il dato è stato reso noto da Unioncamere in relazione all'indagine sulle domande di lavoro immigrato non stagionale per il 2013. I settori che maggiormente utilizzano manodopera extracomunitaria, osserva Alessandro Bianchi, presidente della Camera di Commercio di Verona e di Unioncamere del Veneto, "sono quelli dei servizi e delle costruzioni. Tenuto conto della difficile situazione in cui versa l'immobiliare, questo potrebbe essere un altro segnale di un'inversione di tendenza della domanda interna, fino ad ora decisamente in recessione. Un segnale particolarmente interessante che, considerando il quadro complessivo con un export in lieve ripresa ci fa ben sperare per una ripresa imminente". La camera di commercio scaligera destina 1,6 milioni nei prossimi mesi alle imprese, di cui 761mila euro sono riservati all'assunzione di giovani e donne. Il resto si divide tra i 600 mila euro destinati all'internazionalizzazione e i 300mila riservati agli investimenti in banda larga.

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