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Cronaca Porto San Pancrazio / Viale Stazione Porta Vescovo

Verona, il sottopasso di Porta Vescovo da riaprire: "Ma con una sorveglianza hi-tech 24 ore su 24"

Passa all'unanimità la proposta con cui si invita "sindaco e Giunta a dare in carico ad Agsm di predisporre un idoneo sistema di telecamere per la videosorveglianza e di allarme-sos con la centrale operativa della polizia municipale"

È stata approvata ad inizio seduta del Consiglio comunale di Verona, con 23 voti a favore, la proposta relativa alla riapertura del sottopassaggio pedonale di Porta Vescovo. A portarla in aula è stata la consigliere comunale della Lista Tosi, Katia Forte. Il documento invita “il sindaco e la Giunta a dare in carico ad Agsm Verona di predisporre un idoneo sistema di telecamere per la videosorveglianza e di allarme-sos con la centrale operativa della polizia municipale, sostenendo le relative spese di installazione e manutenzione, in modo da consentire in tempi rapidi la riapertura del sottopasso di Porta Vescovo”. La mozione è così passata in aula e votata all’unanimità: tutti d’accordo sulla necessità di riaprire il sottopasso, maggioranza e opposizione. Una riapertura quantomai voluta per evitare problemi durante l’attraversamento della strada che in quel punto è pericoloso. Le telecamere serviranno ovviamente anche per dare un taglio al degrado che negli scorsi anni aveva portato alla sua chiusura. Lo stesso comandante della Municipale, Luigi Altamura, ha spiegato che idonei sistemi di sorveglianza possono scoraggiare episodi delinquenziali. Come accade per il nuovo parcheggio “Centro”, all’ex Gasometro. Nel sottopasso è stato installato il sistema di allarme attivabile con la pressione di un pulsante collegato alla centrale operativa.

Il Consiglio comunale, ha anche approvato con 16 voti favorevoli e 8 astenuti le planimetrie aggiornate riportanti le frazioni e le zone “non metanizzate” del Comune di Verona che potranno beneficiare di riduzioni fiscali sul costo di gasolio e GPL da utilizzare come combustibile. Il provvedimento stabilisce che rientrano tra gli insediamenti in zone “non metanizzate” le utenze e gli impianti termici che utilizzano gasolio o GPL come combustibile, collocati al di fuori della fascia di 80 metri nelle diverse direzioni a partire dalla più vicina rete di distribuzione del gas, purché ubicati al di fuori del centro abitato, salvo che gli stessi, pur essendo oltre detta fascia, risultino già allacciati alla rete del gas. Riconfermata la rivalutazione annuale secondo l’indice Istat, a partire dal 2003, del tetto di spesa di 3mila e 800 euro già individuato come parametro di “eccessiva onerosità” dell’allacciamento.

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