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Cronaca Nogara / Via Roma

Verona, Sganzerla in lacrime al colloquio con il pm: "Laura rifiutò di tornare e cominciai a colpirla"

Interrogatorio di 4 ore nel carcere di Vicenza dopo le 15 coltellate inferte alla ex fidanzata, in un locale, accecato dalla gelosia. L'ammissione: "Ma non le avrei mai fatto del male, non so cosa mi sia preso"

Quattro ore di interrogatorio, con scoppi di pianto, scuse, ricostruzioni e proprie versioni dei fatti. Questo sul colloquio che Enrico Sganzerla ha avuto con il pm di Vicenza, Alessandro Severi, nel carcere San Pio X. Lui, 42enne commercialista e revisore dei conti di Casaleone (con studio a Cerea), è rinchiuso dopo la drammatica aggressione alla ex fidanzata, Laura Roveri, 25enne insegnante di yoga residente a Nogara. L’ha colpita più volte, quindici in tutto, su braccia, torso, testa e vicino alla gola. Tutto è avvenuto davanti agli occhi di alcuni clienti del locale “Victory” a Vicenza, dove la giovane veronese stava passando una serata di festa con amici. E’ lì che Sganzerla è andata “a prenderla” per portarla via, accecato dalla gelosia per la nuova conoscenza che Laura aveva fatto con un ragazzo. Al suo rifiuto è scattata la furia, attuata attraverso i fendenti con un coltello da cucina. per questo è accusato di tentato omicidio e porto abusivo d’arma. In più anche di stalking, dato il rapporto “opprimente” che aveva instaurato con quella che era diventata la sua “vittima”.

A decidere sarà comunque il giudice. Intanto durante l’interrogatorio-fiume, durato dalle 11 fino alle 15 in carcere, Sganzerla ha parlato, diversamente dall’interrogatorio di garanzia, quando i suoi avvocati gli consigliarono di rimanere in silenzio per non aggravare la sua posizione essendo ancora “sconvolto”. Mercoledì, faccia-a-faccia con il pm, ha voluto raccontare la propria versione e più volte il colloquio si è interrotto per le lacrime e i pianti. Come spiegano i quotidiani locali, il commercialista della Bassa avrebbe chiesto perdono. Consapevole di quanto ha fatto, ha confessato di aver agito in un momento di cieca gelosia. Riporta il Corriere Veneto che Sganzerla, quella sera, aveva

«bisogno di parlare con Laura, così l'ho raggiunta in quel locale di Vicenza dove lei stava festeggiando con altra gente il compleanno di un amico. Quando l'ho vista le ho chiesto di seguirmi, di andare via da lì insieme a me. Lei però mi ha detto di no, lo ha fatto più volte e a quel punto non ho più capito niente... Non so cosa mi sia successo, non so perché l'ho fatto, ma ho iniziato a colpirla alla testa…».

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Nelle prossime ore i suoi avvocati depositeranno l’istanza di scarcerazione al giudice per le indagini preliminari. Si mira a fargli ottenere gli arresti domiciliari. Già prima avrebbe dichiarato di non voler più entrare in contatto di Laura, di “lasciarla in pace”, insomma. I difensori hanno deciso anche di far seguire le operazioni dell’incidente probatorio, chiesto dal pm, ad un loro perito: si vuole far chiarezza sulle ferite riportate da Laura, se avrebbero potuto essere o meno letali. In poche parole se l’intenzione era quella di ucciderla, con premeditazione, oltretutto, dato che si era portato via da casa un coltello da cucina. Sganzerla, spiega il Corriere Veneto, ha ammesso che

«Non so cosa mi sia preso in quel momento, non me lo so spiegare... Io a Laura non avrei mai fatto del male, non l'avrei sfiorata neanche con un dito...», si è disperato il 42enne, che ha addebitato quella sua improvvisa esplosione di incontenibile violenza al «troppo alcol che avevo bevuto prima di arrivare nel locale». Una volta all'interno della discoteca, «appena ho individuato Laura le ho chiesto di parlare un minuto. Avrei voluto farlo lì, davanti a tutti, ma è stata lei a dirmi di appartarci per discutere con più calma», ha ricostruito il commercialista veronese. «Subito dopo le ho chiesto di andare via con me, non pretendevo che mi seguisse immediatamente, se lei avesse voluto avrei anche aspettato che finisse la festa. Invece Laura mi risposto subito di no, di non voler andare via con me e io, a quel punto, non ho più capito nulla e ho iniziato a colpirla con quel coltello...» … «un giorno mi piacerebbe incontrare Laura per chiederle scusa»

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