rotate-mobile
Cronaca Santa Lucia e Golosine / Via del Quadrato

Verona, sempre più emergenza: sbarcano 94 profughi. Tosi: "Non ci sono più margini di accoglienza"

Istituzioni in affanno per cercare di limitare i disagi. Il prefetto di Verona fa appello pubblico agli albergatori: "Dateci una mano". Si valuta l'opportunità di requisire edifici per sistemare i nuovi migranti in arrivo

Diventa problema più pressante l’emergenza profughi in Veneto. Istituzioni, con le Prefetture in testa stanno facendo fronte all’ennesimo sbarco di massa sulle coste italiane e si stanno riorganizzando i centri di accoglienza sparsi per la regione. A Verona martedì mattina hanno fatto capolino altri 94 migranti, arrivati da Brindisi. Stavolta non ci sarebbe stato preavviso di giorni e la città scaligera, con il suo scalo ha dovuto far fronte alla nuova ondata. Altri 92 sono arrivati a Padova e altrettanti a Treviso, più i 90 di Vicenza e gli 89 a Venezia. Un totale di 457 persone che fuggono dal proprio Paese e chiedono ospitalità alla Repubblica. Le Prefetture potrebbero vedersi costrette a requisire edifici pubblici nei quali sistemare i profughi. Sarebbe l’estremo rimedio pronosticato dal responsabile del tavolo di coordinamento interregionale, il prefetto di Venezia, Domenico Cuttaia. Dal canto suo, il prefetto di Verona, Perla Stancari, non si dimostra più ottimista come in passato e ha diramato un appello pubblico. Come spiega su L’Arena

«Se gli arrivi continuano ad avere questi numeri rischiamo di non essere in grado di accogliere i profughi confidiamo nell'aiuto degli albergatori adesso che la stagione turistica va sfumando. Le persone che vengono accolte nelle strutture sono tutte sanitariamente controllate. E gli albergatori che mettono a disposizione le stanze vengono pagati a prezzo di mercato. Inoltre la legge adesso impone, a differenza di qualche tempo fa che i profunghi una volta assegnati a una città vengano portati subito in questura e sottoposti alla completa identificazione. Una sicurezza in più per chi li accoglie nelle proprie strutture»

EMERGENZA - In pratica coloro che prima giungevano in terra scaligera in poche decine ora stanno aumentando sempre più e chiedono lo status di rifugiati. Fino al termine delle pratiche di rito e della documentazione resteranno sul territorio. Finora sono 296 i profughi accettati nelle strutture di accoglienza di Verona e provincia. In campo ci sono dieci associazioni di volontariato e tre alberghi. I posti disponibili potrebbero salire perché molte strutture avevano declinato l’invito perché l’inizio dell’emergenza coincideva con quella della stagione turistica. Tra i 457 migranti 102 sono minori. E poi tante donne, giovani famiglie, e bimbi molto piccoli. I 94 arrivati nelle scorse ore hanno trascorso una giornata in questura per le identificazioni. Un albergo ne avrebbe già presi in carico una trentina mentre altri sono stati divisi in altre strutture. Ad essere interpellato dai quotidiani locali anche il sindaco di Verona, Flavio Tosi, che spiega come il prefetto scaligero stia facendo il possibile per trovare “condivisioni” e limitare i disagi al massimo. Il primo cittadino spiega sul Corriere Veneto che

«…l’appello del prefetto dimostra come il limite della sostenibilità sia stato sorpassato. E quando i numeri sono eccessivi, come in questo caso, il rischio è quello di creare tensione sociale. Ogni giorno un profugo costa 36 euro. Sono più di mille al mese. In un momento di crisi come questo la gente, pensionati che prendono 600 euro al mese, non lo può accettare. Adesso non c’è più margine di accoglienza. I prossimi dove li mettiamo? E che non pensino a Roma di creare qui un campo profughi. Non lo accetto, sarebbe una cosa incivile per gli stessi migranti. Se l’Italia non è in grado di accoglierli, non li faccia arrivare. Riprenda i respingimenti e il pattugliamento delle coste libiche da cui partono, come aveva fatto Maroni».

LA REAZIONE IN REGIONE -  “In Veneto comandano i veneti. Non esiste che il governo o i suoi rappresentanti sul territorio ci comunichino a mezzo stampa che per ospitare i migranti verranno requisiti degli edifici pubblici”. Con queste parole il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia interviene a gamba tesa. "È ora di smetterla – incalza Zaia – con questa vergognosa ipocrisia dell’ospitalità selvaggia, che ha mosso già 150mila disperati, facendo loro balenare un mondo di agi e bengodi che non esiste. Il Veneto ha già dato e ha già ampiamente dimostrato di non essere razzista, ma una terra di seria accoglienza, perché qui ospitiamo già mezzo milione di immigrati, gente per bene, con un preciso progetto di vita e con sincero spirito d’integrazione, che lavora e produce il 5% del Pil, i cui figli studiano nelle nostre scuole, parlano il dialetto meglio dei nostri ragazzi".

“E’ insensato, folle – prosegue Zaia – illudere l’altra sponda del Mediterraneo, riducendosi a fare i tassisti degli scafisti, senza un minimo di progetto. Nel semestre europeo di presidenza dell’Italia il Governo aveva il dovere di dimostrare se contava qualcosa. Dovevano e devono andare a Bruxelles ogni giorno, a pestare i pugni sui tavoli europei, perché l’Europa si renda coscientemente parte in causa diretta nell’affrontare questo tragico esodo e non continui a girare vergognosamente la testa dall’altra parte, essendo prodiga solo di complimenti, di cui facciamo volentieri a meno, e di chiacchiere su questo misterioso Progetto Frontex, che si vorrebbe spacciare come soluzione di tutti i mali ma, almeno per ora, è solo un misero tentativo di tenere buoni territori che non ce la fanno più a reggere gli scaricabarile europei e nazionali”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Verona, sempre più emergenza: sbarcano 94 profughi. Tosi: "Non ci sono più margini di accoglienza"

VeronaSera è in caricamento