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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Bussolengo / Via Carlo Alberto dalla Chiesa

Verona, scambi di persona e documenti falsi per passare il test e ottenere il permesso di soggiorno

Gli ultimi arresti sono gli ultimi dei 23 fatti finora dai carabinieri, nel corso delle indagini che durano da anni. Il blitz dei militari del Garda è scattato giovedì mattina, durante l'esame al Ctp di Bussolengo

Una truffa bella e buona per ottenere i permessi di soggiorno ai test di lingua italiana, organizzati dai Centri territoriali permanenti. Un raggiro fatto di sostituzioni di persona e falsificazione di documenti mediante un piano ben architettato che fruttava a tutte le persone coinvolte ciò che volevano. Solo che stavolta, come in passato, non avevano fatto i conti con le Forze dell'ordine. Nella fattispecie i carabinieri di Peschiera del Garda, che hanno direzionato le proprie investigazioni nel Ctp di Bussolengo, con sede alle scuole medie "Da Vinci" in via Dalla Chiesa, facendo finire in manette cinque persone. I protagonisti della vicenda sono molteplici ma si possono identificare agevolmente in tre figure: chi voleva il permesso di soggiorno semi-permanente, chi sosteneva l'esame e il mediatore.

Gli ultimi arresti sono gli ultimi dei 23 fatti finora dai carabinieri, nel corso delle indagini che durano da anni. Il blitz dei militari del Garda è scattato giovedì mattina, durante l'esame di lingua italiana, la cui conoscenza è indispensabile per ottenere il permesso di soggiorno semi-permanente e a cui possono accedere, previa autorizzazione della Prefettura, gli stranieri che sono in Italia da almeno 5 anni e che attendono di avere la cittadinanza. In manette sono dunque finiti due cittadini nigeriani, uno della Costa d'Avorio, un senegalese e un ganese. Era quest'ultimo, secondo quanto accertato, a sostenere il lavoro di "mediatore" ed è stato fermato con 1400 euro in tasca, ritenuto provento della attività criminosa.

COME FUNZIONAVA - Lo stratagemma prevedeva che il mediatore si occupasse di fornire ai reali esaminandi alcuni "colleghi" stranieri in grado di sostenere senza problemi il test di lingua italiana. Ovviamente mediante compenso: il mediatore si intascava almeno 400 euro, mentre la persona che si presentava all'esame altri 200. Perfezionando la truffa, il gruppo aveva escogitato il modo di falsificare i documenti d'identità apponendo una fototessera adesiva dell'esaminando sull'immagine del del reale proprietario, simile a lui in corporatura ed età. I documenti potevano passare inosservati ad un controllo sbrigativo ma non all'approfondimento dei carabinieri. I cinque arrestati sono stati così portati davanti al giudice con l'accusa di falso documentale, sostituzione di persona, falsa dichiarazione d'identità a pubblico ufficiale. Disposta per loro la condanna a nove mesi di carcere ma beneficeranno della sospensione condizionale della pena. Rimessi in libertà.

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