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Ca' del Bue. Verona Salute: "Basta inceneritori. La via maestra è il recupero"

Per il direttore generale di Agsm non aver creato un impianto per bruciare i rifiuti è stata un'occasione persa. Per niente d'accordo l'associazione scaligera

Per almeno cinque anni non è previsto un inceneritore a Ca' del Bue. Lo ha assicurato Agsm anche attraverso il suo piano industriale da poco approvato. Una notizia buona per l'Associazione Salute Verona che la commenta con una nota in cui si legge: "Tanta acqua è passata sotto i ponti da quando la nostra Associazione si è trovata per la prima volta a dover presentare il proprio punto di vista in merito a questioni quali la dannosità economica dell’incenerimento e la virtuosità di politiche di trattamento dei rifiuti. Tanto inchiostro consumato per evidenziare quanto Verona ed il Veneto non avessero bisogno di un ulteriore impianto di incenerimento e per esaltare quindi l’altruismo dei nostri amministratori che si sarebbero con quest’impianto offerti di bruciare i rifiuti provenienti da fuori regione. Ma eccoci di nuovo a dover evidenziare e a ricordare che l’incenerimento produce, oltre ai fumi carichi di sostanze tossiche, anche un 25%-30% di ceneri, che devono necessariamente essere stoccate in discarica. 150.000 tonnellate quasi raggiungono le 40.000 tonnellate di ceneri da smaltire, una parte delle quali deve essere trattata come rifiuto speciale. Una dignità alle discariche riescono pertanto a darla anche gli inceneritori". Un commento che contrasta con la posizione del direttore generale di Agsm Giampietro Cigolini, secondo cui una soluzione escludeva l'altra, o gli inceneritori o le discariche.

"Vogliamo ricordare che il materiale che viene selezionato a Ca’ del Bue viene mandato a bruciare nei paesi dell’Est perchè costa molto meno che farlo in Italia - continua Salute Verona - quindi gli impianti di incenerimento italiani sono fuori mercato e devono essere mantenuti dagli utenti con tariffe fuori mercato. In un contesto dove tutti i paesi europei stanno portando a dismissione gli impianti di incenerimento, dove l’Unione Europea fa propria la volontà di puntare al riciclo e recupero del materiale post consumo e lascia l’incenerimento all’ultimo posto nella graduatoria dei sistemi di smaltimento, dove dal 2020 non sarà più ammessa la costruzione di alcun inceneritore, sentir parlare di occasione persa veramente fa capire quanto lontani siano gli amministratori veronesi da una logica di bene comune". Per Cigolini, infatti, non aver realizzato l'inceneritore a Ca' del Bue è stata un'occasione persa.

"La politica del recupero è la via maestra - prosegue l'Associazione - per garantire la sostenibilità e chiudere il cerchio tra produzione utilizzo e smaltimento residui. Ha ragione Cigolini quando dice che si sono persi tanti soldi e tanto tempo con Ca’ del Bue. Si potevano fare molte cose con quei soldi e quel tempo, per esempio avviare e completare la raccolta differenziata in tutto il territorio cittadino, e non lasciarla ferma al 50%, anzi in calo. Si poteva fare molto, ma non lo si è fatto, e se non lo si è fatto lo si deve a chi ha amministrato. Vorremo comunque tranquillizzare Agsm e i suoi vertici anche per gli anni a seguire oltre il quinquennio pianificato. Se, come ci ha assicurato l’assessore all’ambiente regionale Bottacin, Ca’ del Bue sarà definitivamente eliminato dal piano regionale dei rifiuti che dovrà essere riapprovato, dopo essere stato bocciato nel marzo dal Tar, ma ponendo una pietra tombale sulla possibilità di creare nuovo impianti di incenerimento in Veneto".

"La sensazione - conclude Verona Salute - è che amministrare guardando il dito e non la luna sia quantomeno più semplice e gli effetti ogni cittadino può misurarli con la tassa rifiuti che è comunque aumentata anche quest’anno".

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