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Cronaca Lungadige Antonio Galtarossa

Il Direttore Marzoli: "Riva Acciaio non è l'Ilva, non chiuderà e non verrà commissariata"

Il dirigente dello stabilimento veronese, in un'intervista ad un giornale locale, esprime le sue opinioni sulla chiusura degli stabilimenti e annuncia il ricorso

Contestata negli anni per danni ambientali che potrebbe causare ma che in questo momento sta riuscendo nell'incredibile impresa di riunire l'intero panorama politico veronese sotto un'unica bandiera. Stiamo parlando di Riva Acciaio, l'ex stabilimento Galtarossa, i cui impianti sono fermi da giovedì per il sequestro disposto dal gip di Taranto nell´ambito dell´inchiesta sull´Ilva. 

"Lo stop degli impianti non è stata una scelta aziendale, bensì di un atto dovuto, cioè della tempestiva esecuzione del provvedimento del Gip che, ordinando il sequestro, ha sottratto alla proprietà la libera disponibilità degli impianti e dei saldi attivi di conto corrente". È quanto afferma la stessa società in una nota. 

Bruno Marzoli è il direttore degli impianti veronesi, ingegnere genovese arrivato a Verona nel 1996. In un'intervista alla stampa locale, Marzoli offre il punto di vista dell'azienda, a cominciare proprio dalla chiusura degli impianti. La decisione infatto non è stata presa dalla famiglia Riva "lo stabilimento non può proseguire l'attività perché è sotto sequestro e nel provvedimento non c'è scritto 'con disponibilità di utilizzo'. Pertanto, se noi non lo rispettassimo, commetteremmo un reato". Afferma l'Ingegnere, che annuncia anche il ricorso che verrà presentato la prossima settimana al Tribunale del Riesame. L'obiettivo naturalmente è quello di sbloccare la situazione e di permettere agli operai di riprendere il proprio posto di lavoro. 

La paura che attanaglia tutti però è quella che lo stabilimento possa definitivamente chiudere, magari per un scelta della proprietà. "Non ho mai visto un imprenditore spendere 9 milioni di euro di investimenti e poi chiudere la fabbrica. Per quanto è a mia conoscenza, l´intenzione è di continuare a mantenere centrale il ruolo di Verona". Dice Marzoli, che si dimostra ottimista anche sulla possibilità di un eventuale commissariamento. L'Ilva infatti è finita sotto un commissario per non aver rispettato i parametri ambientali richiesti, ma la situazione di Riva Acciao sarebbe molto diversa: "Negli ultimi dieci anni abbiamo cercato di rendere l´acciaieria sostenibile, rispettando i parametri di emissione più restrittivi e limitando l´impatto sugli stake holders. L´Ilva è stata commissariata perché era indagata per problemi ambientali. Noi abbiamo capito che se vogliamo restare a Verona dobbiamo sentirne la responsabilità e usare le migliori tecnologie disponibili per rispettare i parametri richiesti. Non ci sono i presupposti, dunque, per procedere al commissariamento nel nostro stabilimento, perché non ci sono reati".

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