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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Piazzale Scuro Ludovico Antonio

Verona, ricercatori veronesi dell'eccellenza: scoperti i meccanismi alla base dell'aterosclerosi

Uno studio dell'equipe del dottor Cominacini su come poter “bloccare” la grave forma di arteriosclerosi per infiammazione cronica delle arterie e che arriva a provocare anche infarti del miocardio e ictus ischemici

“Ancora un’università veneta, in questo caso Verona, alla ribalta internazionale in materia di ricerca scientifica in sanità. Ancora una bella notizia per dire, una volta di più, che i nostri ricercatori e scienziati non temono confronti nel mondo. E’ sicuramente il caso del professor Luciano Cominacini e della sua equipe, che hanno contribuito a fare un grande passo avanti per debellare una patologia invalidante, che fa molta paura soprattutto agli anziani, come l’aterosclerosi”.

Con queste parole, il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia si complimenta con i ricercatori dell’Ateneo scaligero, un cui studio su come poter “bloccare” l’aterosclerosi (una grave forma di arteriosclerosi caratterizzata da infiammazione cronica delle arterie che arriva a provocare anche gravi infarto del miocardio e ictus ischemici) è stato pubblicato su una prestigiosa rivista scientifica americana, "Antioxidants & Redox Signaling". Lo studio dell'equipe, coordinata dal professore ordinario di Medicina interna, dimostra che a causare l'ingrandimento del "core necrotico" e quindi la destabilizzazione della placca aterosclerotica potrebbero essere alcuni derivati ossidati di acidi grassi polinsaturi che sono presenti nei tessuti circostanti il "core necrotico".

“Il contributo ad un futuro migliore per le tante persone che soffrono di questa patologia e ad una diminuzione dei casi di ictus – prosegue Zaia – è straordinario, ma altrettanto straordinario è il rapporto tra i successi ottenuti dai nostri ricercatori universitari e la pochezza dei fondi nazionali che vengono riservati alla ricerca. Come Regione continuiamo a fare tutto il possibile, finanziando numerosi progetti di ricerca finalizzata in sanità, ma se la spending review di cui tanto si parla consentisse di riversare su questo settore quante più risorse possibile sarebbe una gran bella cosa”.

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