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Cronaca Università / Via dell'Artigliere

Verona, questionario razzista sottoposto agli studenti del liceo: riporta il logo dell'Università di Verona

Un referendum di dieci pagine al Classico "Carducci" di Bolzano: scoppia il caso per domande come "è giusto che in Alto Adige i tedeschi siano superiori agli italiani?”, o sulla simpatia di "omosessuali" e "poveri"

Scoppia un ennesimo caso razzismo da un questionario presentato in un liceo di Bolzano e che riporta logo e dicitura dell’Università di Verona. Una specie di "referendum” di una decina di pagine in tutto dove indicare il valore di gradimento e le differenze nei confronti dei "tedeschi dell'Alto Adige" e degli “italiani dell'Alto Adige". Presenti anche domande dirette come "hai amici italiani?", "hai amici tedeschi?", “di cosa parlate?”, "dove vi vedete?" e quesiti sul livello di simpatia ed accoglienza di persone "omosessuali", "ricche", "povere" e "disabili", "ricchi". E' poi ancora: “le differenze che ci sono tra italiani e tedeschi sono giuste?" o pagine dal titolo “è giusto che in Alto Adige i tedeschi siano superiori agli italiani?”.

Il bailamme è scoppiato tra i banchi del liceo classico in lingua italiana “Carducci” di Bolzano. Il questionario sarebbe stato prodotto in 300 copie e riporta il logo del dipartimento di Filosofia, pedagogia e psicologia dell’Ateno scaligero (che a Bolzano ha una sede distaccata) e pare essere stato distribuito anche in altri istituti superiori del capoluogo altoatesino. L'università ha poi spiegato che non si tratta di un ricerca "istituzionale" ma dell'errore commesso da una giovane ricercatrice, contrattista a tempo determinato. In breve pare che la studiosa abbia agito di propria iniziativa e abbia distribuito il questionario apponendo logo e dicitura dell'Ateneo di Verona senza passare per il comitato etico che si occupa di vagliare strumenti di questo tipo. E sul quotidiano locale, dopo essere venuto a conoscenza del fatto, il preside del Classico bolzanino avrebbe fatto ammenda

«Sono mortificato - dice Andrea Pedevilla, preside del liceo classico “Carducci” - da parte mia c’è stata una sottovalutazione grave dei contenuti di quel questionario. Oggi stesso verrà ritirato e convocherò tutti i rappresentanti di classe per spiegare loro la situazione. Soprattutto per spiegare loro che la scuola non condivide nulla di ciò che c’è scritto là dentro e che il valore scientifico di quella ricerca è zero».

“Il consiglio del dipartimento di Filosofia, pedagogia e psicologia dell’università di Verona non è mai stato interpellato in merito all’autorizzazione del questionario distribuito nelle scuole secondario superiori di Bolzano da una ricercatrice a tempo determinato”. Lo dichiara la professoressa Luigina Mortari, direttrice del dipartimento.

“Ogni ricercatore è tenuto a sottoporre il proprio progetto di ricerca al Comitato Etico per ottenere la necessaria validazione e la conseguente autorizzazione a procedere. In questo caso ciò non è avvenuto e quindi i questionari sono stati formulati e distribuiti dalla ricercatrice senza alcun controllo e avvallo del dipartimento”.

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