Verona, Case chiuse: a settembre la raccolta firme per riaprirle

"Dobbiamo farlo, è la gente che ce lo chiede". Questa la risposta, quasi sistematica, che consiglieri, capigruppo, presidenti di circoscrizione, di destra o sinistra, forniscono se interrogati sulla vicenda. Case chiuse Si o No? La risposta è Si. Decisamente Si. Da Verona fino a Vicenza e Treviso, la scelta è quella di cambiare la Legge Merlin, se non proprio abolirla, per far risultare la prostituzione come un lavoro riconosciuto. E quindi più controllabile e soprattutto tassabile. La proposta che ora sta facendo il giro d'Italia parte dal capogruppo della Lega Nord in quarta circoscrizione, Andrea Nardi, che per primo ha deciso di recepire le lamentele dei cittadini delle Golosine e di Santa Lucia. Degrado, contrattazioni strada per le prestazioni, via-vai di auto. Non una bella immagine, per la città.

LA PROPOSTA CHOC: COOPERATIVE DEL SESSO A PAGAMENTO IN CITTA'

E allora perché non adibire un vero quartiere "a luci rosse" in Zai, come proposto dal sindaco Flavio Tosi? E' ciò che ora, la Lega, sta chiedendo nelle varie circoscrizioni. Le adesioni sarebbero addirittura bipartisan, anche il Pd non sarebbe contrario al progetto. Come spiega l'Arena, il capogruppo del Pdl nel parlamentino di via Tevere, Alberto Padovani, ha preparato un dossier con le cifre del mercato del sesso a pagamento in città. I calcoli che ne fa Padovani paragonano l'indotto di Verona a quello di Bonn, in Germania: circa 250mila euro. Ma ovviamente è una stima, che tuttavia potrebbe raddoppiare se si arrivasse alla regolarizzazione di night a luci rosse e centri massaggi hard. I cittadini verranno chiamati ad esprimersi direttamente a settembre, durante il periodo di raccolta firme. Ne servono 500mila per proporre un referendum abrogativo e far andare la Legge Merlin in soffitta.

"STOP ALLA LEGGE MERLIN, RIAPRIAMO LE CASE CHIUSE"