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Cronaca Peschiera del Garda / Strada Regionale 11

Verona, prostituta a 12 anni scorda il passato con la psiconalisi. Processo a rischio

A processo, dopo dieci anni dalla scopera della banda, sei cittadini albanesi che secondo l'accusa gestivano il traffico di ragazze, molte minorenni, sulla Statale 11. Testimone chiave è una ragazza che ora non ha ricordi della vita da strada

Era stata obbligata a prostituirsi a 12 anni da alcuni sfruttatori albanesi senza scrupolo. Come lei altre minorenni e molte donne. Una vera e propria organizzazione criminale che in lei avrebbe lasciato un ricordo orribile, destinata a segnarla per la vita. Dopo un periodo in una struttura protetta, per lei, che ora ha 22 anni, è arrivato il momento di raccontare le costrizioni che era stata costretta a subire in giovane età. Lo deve raccontare in Tribunale, perché lei è una delle testimoni chiave del processo contro i suoi ex aguzzini che, secondo le ricostruzioni dei pm,  gestivano il traffico di ragazze (e bambine) sulla Statale 11. Tuttavia ora non riesce a parlare: non si ricorda nulla. Non per il tempo trascorso, oltre dieci anni, ma perché da quando è stata "salvata" dalla vita di strada è stata affidata ad uno psicanalista che le ha fatto dimenticare il terribile passato di baby-prostituta. Una terapia che, a quanto pare, ha avuto gli effetti sperati ma che mette in difficoltà i magistrati della Procura che sulla sua testimonianza contano molto. Nemmeno rivedere in foto i volti dei suoi sei sfruttatori ha aiutato la memoria. Le uniche sue testimonianze risalgono al momento della scoperta della banda da parte della polizia. In questura raccontò cosa aveva subito, quanto guadagnava, come si comportavano con lei i sei uomini che ora sono a processo. Secondo l'Arena, ora a testimoniare sul percorso di terapia sarà lo specialista della psicoanalisi.

Il pubblico ministero che sta imbastendo il processo ha richiesto di portare le testimonianze di dieci anni fa e dunque oltrepassando la deposizione. A questa soluzione si sono opposti gli avvocati dei suoi uomini, che considerano inammissibile la ricostruzione dei fatti attraverso atti del passato. Da qui la decisione del collegio giudicante di chiamare in causa lo psicanalista che ha seguito il caso della giovane bimba. L'assenza di ricordi dovrà esser documentato da cause certe. E quindi lo specialista dovrà dichiarare se la terapia era stata efficace fino a questo punto.

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