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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Centro storico / Piazza Brà

Verona, la procura indaga sul "testimone" di Report: "Da lui minacce di morte a Tosi e Giorlo"

Fascicolo d'indagine aperto dai pm dopo le rivelazioni andate in onda il 7 aprile sulla puntata di Rai3 dedicata a Verona. L'uomo, pugliese di 43 anni,aveva chiaccherato con una persona vicina all'ex assessore

I “fari” della Procura non si accendono su sindaco e membri delll’amministrazione (nel caso in questione) ma su tutti gli altri sembra di sì. Così, dopo la battaglia verbale tra Flavio Tosi e i giornalisti della trasmissione tv “Report” di Rai3, il colloquio di uno di quest’ultimi, Sigfrido Ranucci (in qualità di “persona informata dei fatti”), e il pm di Verona, e la girandola di querele (Tosi, l’ex assessore Giorlo e l’ex ocmnadante della Finanza di Verona, Bruno Biagi), gli uffici giudiziari scaligeri aprono un fascicolo nei confronti di Francesco V., uno dei “testimoni” che in video era apparso oscurato in volto e con la voce falsata dal vocoder. Sabato scorso la Procura ha deciso di compiere accertamenti su di lui per presunte minacce di morte ai danni del sindaco e dell’ex assessore Giorlo. Inoltre, come spiega il Corriere Veneto, dovrebbe rispondere anche di violazione della legge sulla detenzione di armi. Secondo le ipotesi le minacce si sarebbero realizzate proprio il fine-settimana scorso, durante un colloquio tra il “testimone” di Report e una persona vicina a Giorlo (già sentita dai pm). Come spiega il quotidiano locale

Il momento-chiave della vicenda sta proprio qui: secondo l'ipotesi allo studio della procura - e la cui veridicità o meno sarà ora compito delle indagini verificare -, Vulpio intrattenendosi e parlando con questo collaboratore dell'ex componente della giunta Tosi, avrebbe rivolto all'indirizzo del primo cittadino e dell'ex assessore parole di minaccia. Minacce pesanti - in base alla notizia di reato ricevuta sabato dalla procura -, al punto da poter essere annoverate tra le possibili minacce di morte. A un certo punto - sempre in base alle ipotesi allo studio della procura -, il pugliese avrebbe anche fatto riferimento a una presunta arma da fuoco, sostenendo - si sostiene nella denuncia di parte - di averla all'interno dell'auto. Immediata, quindi, è scattata la segnalazione dell'episodio che vede al momento, come parti offese, sia il sindaco Tosi che l'ex assessore (dimesso ai primi di aprile proprio per gli strascichi polemici scaturiti da «Report», che all'epoca doveva ancora andare in onda).

Intanto i carabinieri avrebbero perquisito l’abitazione del 43enne pugliese senza trovare armi, almeno secondo quanto riporta l’avvocato difensore Michele Croce. Per ora si stanno compiendo accertamenti, quindi le accuse sono tutte ipotizzate. Nel corso della puntata andata in onda il 7 aprile scorso, l’uomo, 43enne pugliese originario di Altamura e nei guai con la giustizia per altri reati, aveva dichiarato di essere stato assunto irregolarmente dalla Serit, società di Amia: aveva confessato di aver pagato una certa cifra per avere il lavoro. Con le sue parole aveva rivelato che la Serit non sarebbe stata altro che una società “di comodo” per assumere persone vicine alla ’ndrangheta. Si era così scatenato un putiferio che era culminato a distanza di giorni nella querela presentata contro il 43enne da Tosi in persona, con l’accusa di “falso”. Aveva spiegato Tosi, durante una trasmissione locale, che

«costui, assunto a tempo determinato, non si era nemmeno presentato al lavoro e dopo essere stato cercato dal capo del personale torna per tre giorni, ha lavorato un giorno solo per poi licenziarsi perché il lavoro era troppo pesante... Ecco, questo era uno dei testimoni eccellenti di Report»

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