Il tatuaggio riveste una funzione fondamentale nelle organizzazioni criminali dei Paesi dell'est europeo. Gli appartenenti alla criminalità organizzata portano infatti scritta addosso, letteralmente sulla pelle, la loro vita e la loro carriera criminale. A fattor comune, su tutti i soggetti sono state notate abbondanti raffigurazioni di chiese e di soggetti a carattere religioso, il cui significato intende esprimere l'appartenenza ad un gruppo e la propria subalternità solamente a Dio.

Ci sono poi quelli che rappresentano il grado rivestito in seno all'organizzazione, il proprio livello nella scala gerarchica criminale, che, aumentando, si espandono in nuove forme. Il capo, "vor", è caratterizzato dal disegno delle stelle sul petto, ma anche sulle ginocchia, per far intendere di non essere disposto ad inginocchiarsi mai, davanti a nessuno. I "vor" che hanno compiuto gesta criminali di particolare valore per la propria organizzazione possono farsi tatuare su di una spalla una spallina, in tutto simile a quelle che caratterizzavano le antiche uniformi militari.

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Il petto e la schiena sono poi utile per raccontare la storia detentiva dell'interessato, riportando, sempre in modo raffigurato e convenzionale i periodi trascorsi in carcere, e, a seconda degli animali disegnati, i reati per i quali il soggetto è particolarmente versato. Ma questi sono solo alcuni esempi. Sapere come interpretare tali raffigurazioni significa quindi conoscere la storia criminale di ciascun affiliato, e di poterlo collocare nel giusto gradino della gerarchia dell'organizzazione di appartenenza.