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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Piazzale Stefani, 1

Verona, si opera all'orecchio ma esce dall'ospedale senza voce: nei guai medico di Borgo Trento

La signora aveva denunciato tre medici per la lacerazione della trachea durante l'intubazione seguita a complicazioni dell'intervento. Assolti altri due specialisti. Alla donna di 75 anni disposto risarcimento di 75mila euro

Entrò in ospedale per un intervento all’orecchio e ne uscì senza poter più parlare a causa della lesione della trachea. Questa la terribile storia di cui è rimasta vittima una signora veronese, che ora ha 75 anni. L’episodio si verificò nel 2009, durante l’operazione nelle sale chirurgiche di Borgo Trento. “Grave stato di afonia” riporta la denuncia presentata dalla donna e che è stata all base del processo contro tre medici: il chirurgo che la operò all’orecchio, l’anestesista che secondo l’accusa le causò una lacerazione interna alla gola attraverso l’intubazione errata, e il medico che doveva seguirla dopo l’operazione e che, nonostante le segnalazioni dei famigliari, non la visitò a dovere. Solo per quest’ultimo si è concluso il procedimento giudiziario.

Al termine dell’udienza, il giudice Paola Vacca ha condannato il dottore a nove mesi di reclusione (pena sospesa) e mille euro di multa. Tuttavia assieme all’azienda ospedaliera di Borgo Trento dovrà risarcire danni morali e materiali in forma di provvisionale da 75mila euro. La signora era stata sottoposta ad intervento nel giugno 2009. Nessun problema iniziale, sennonché la paziente cominciò ad accusare un gonfiore anomalo sotto l’orecchio che ben presto si diffuse al viso. Venne chiamato il medico d’urgenza ma questi, come spiega L’Arena, si limitò a posizionare alcuni aghi per far fuoriuscire l’aria. Secondo i famigliari la donna stava però soffocando.

di fatto sarebbe stata abbandonata a se stessa dalle 17 fino alle 20.30-21 quando la visitò il medico subentrato al collega», Fu lui a chiedere accertamenti urgenti, perchè il gonfiore si era esteso a braccia e collo, che vennero eseguiti nella notte. Alle 6 del giorno dopo la signora entrò in sala operatoria perchè era stata ravvisata la lesione della trachea, Quell'intervento venne eseguito in urgenza con una situazione «degenerata» cosa che comportò la lesione del nervo ricorrente, motore della corda vocale, e lei restò senza voce.

«Il ritardo della diagnosi», motiva il giudice, «imposto dalla scelta attendistica del dottore  fu di varie ore periodo in cui la lesione della trachea si aggravava. Se come sostenuto dai Ct il problema fosse stato tempestivamente diagnosticato e la paziente fosse stata subito intubata in attesa della necessaria operazione riparative l'aumento di dimensioni dell'enfisema si sarebbe arrestato». E il gonfiore compromise il campo operatorio e «per il chirurgo diventava difficile reperire e isolare il nervo che fu poi reciso».

Gli altri due medici sono stati assolti da ogni accusa.

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