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Cronaca Cortile del Mercato Vecchio

Verona, offese a Giacino e alla moglie. Le intercettazioni "indebite" fanno rimuovere tre poliziotti

Parole ingiuriose come "gran maleducato", "bugiardello", "cafona, "stron…", "strega psicopatica", "deficiente". Commenti poi spuntati nei brogliacci contenuti in sei cd e in dotazione alla Procura di Verona per l'inchiesta su corruzione e concussione

Intercettazioni “indebite” su Vito Giacino e moglie, polemiche. E ripercussioni. Il procuratore capo di Verona, Mario Giulio Schinaia, ha deciso di sollevare da ogni incarico i tre poliziotti “beccati” ad offendere gli indagati mentre erano impiegati nelle registrazioni tra l’ex vicesindaco di Verona e la consorte Alessandra Lodi con i propri avvocati difensori. Parole ingiuriose come “gran maleducato”, “bugiardello”, “cafona, “stron…”, “strega psicopatica”, “deficiente”. Commenti poi spuntati nei brogliacci contenuti in sei cd e in dotazione alla Procura di Verona per l’inchiesta su corruzione e concussione in cui risultano coinvolti i due indagati. Schinaia, all’indomani della scoperta, aveva bollato come “gravissimo” l’episodio di cui si sono resi responsabili i tre agenti di polizia giudiziaria  e aveva avviato un’indagine interna per conoscere le loro identità e far partire una sanzione disciplinare.

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Lo spiega il Corriere Veneto, citando le parole del procuratore capo

«La mia convinzione è che si sia trattato di una vicenda odiosa e gravissima e che quello commesso dai tre agenti rappresenti un illecito disciplinare. Stando alla legge, però, la competenza per le azioni e i provvedimenti disciplinari spetta alla procura generale di Venezia, a cui ho immediatamente inviato una segnalazione dell’accaduto e da cui mi aspetto iniziative concrete in tal senso».

Gli agenti, una funzionaria della sezione di polizia giudiziaria e due colleghi aggregati al suo ufficio, sono stati dunque rimossi tramite una circolare e sono tornati a disposizione della Questura e di altri incarichi, “diversi” dalle intercettazioni. Chiedono a gran voce azioni disciplinari anche gli avvocati penalisti scaligeri che giudicano “inconcepibile” la presunta violazione, da parte della Procura, del Codice di procedura penale in merito al diritto di difesa. Ad essere intercettate erano state infatti le conversazioni tra avvocati difensori e i loro rispettivi assistiti. Una lettera per chiedere lumi era stata inviata alle istituzioni più importanti del Paese (presidente della Repubblica, presidenti delle due Camere parlamentari, e anche al Consiglio superiore della magistratura).

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