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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Povegliano Veronese / Via Roma

Verona, normativa severa solo per i ciclisti, Povegliano spinge per riconoscere l'infortunio in itinere

Il sindaco Anna Maria Bigon: "Non è ammissibile che esista una discriminazione a danno di chi usa questo mezzo per andare al lavoro anziché l’automobile. Non tutti i territori comunali sono uguali"

Povegliano Veronese diventa il primo Comune veronese ad abbracciare la proposta di riconoscimento dell'infortunio in itinere anche ai ciclisti. L'Inail, in caso di modifiche alla normativa vigente, dovrà dunque occuparsi di tutelare le vittime anche nel caso di infortuni avvenuti durante il normale tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il luogo di lavoro. La normativa attuale è ritenuta fortemente restrittiva nei confronti dei ciclisti, costretti ad adempimenti incomprensibili (come ad esempio l'assenza o insufficienza dei mezzi pubblici di trasporto; la non percorribilità a piedi del tragitto casa e lavoro e viceversa; incidente avvenuto solo all’interno di piste ciclabili o di zone interdette al traffico). La proposta, avanzata dal deputato veronese del Pd, Diego Zardini, è stata condivisa e sostenuta dalla Federazione italiana amici della bicicletta (Fiab) e va dunque ad eliminare le condizioni normative che rendono quasi impossibile il riconoscimento dell’infortunio in itinere e la corresponsione dell’indennizzo nel caso di incidente per coloro che usano la bicicletta nel percorso casa e lavoro e viceversa.   

“Non è ammissibile che esista una discriminazione a danno di chi usa questo mezzo per andare al lavoro anziché l’automobile - commenta Anna Maria Bigon, sindaco di Povegliano -. Non sempre sono disponibili mezzi pubblici per i tragitti casa lavoro e penalizzare chi usa la bicicletta è ingiusto, anche tenendo conto che non dappertutto esistono reti di piste ciclabili. A Povegliano Veronese, invece, il centro del paese è collegato alle due zone produttive con una pista ciclabile perché l’amministrazione comunale intende favorire l’uso di tale mezzo di locomozione sano ed ecologico perché non inquina. E’ importante che i comuni sostengano questa iniziativa proprio per dare concretezza all’idea di democrazia partecipativa che parte dal basso e che vede protagonisti i cittadini ed i suoi rappresentanti”.

PERICOLI SULLE DUE RUOTE - Intanto gli "Amici della bicicletta" tentano di riportare alla luce le criticità delle città maggiori e delle strade molto trafficate. "Rivolgiamo un appello ai sindaci e ai rappresentanti del territorio - spiega Giorgio Migliorini, presidente dell'associazione Fiab - affinché affrontino le criticità ormai ben note. I pericoli sono rappresentati dalle grandi rotatorie prive di corsie di immissione per i ciclisti; dalle strade intercomunali ad alto scorrimento, dalla mancanza di percorsi ciclabili in ambito urbano. Se non ci sono risorse per le ciclabili investiamo almeno un po' in segnaletica e informazione per indirizzare i ciclisti verso percorsi più sicuri su strade secondarie a basso traffico, ricavabili anche da fondi agricoli. Purtroppo a questa mancanze si aggiunge un preoccupante scadimento del senso civico. Sempre più spesso chi è causa di sinistri fugge davanti alle proprie responsabilità. A nostro avviso questo problema si affronta facendo educazione stradale nelle scuole piuttosto che con il reato di omicidio stradale, perché prevenire è meglio che reprimere".

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