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Cronaca Veronetta / Via Venti Settembre

Verona, non gli fornisce il permesso di soggiorno e lo accoltella davanti ai clienti della sua agenzia

E' stato condannato per tentato omicidio il 37enne cingalese che una mattina di dicembre del 2012 si era presentato davanti al connazioanle 62enne per richiedere i documenti che gli aveva promesso. Insulti e urla, poi la violenza

Condannato a cinque anni e mezzo di carcere per le coltellate inferte al connazionale. Lo voleva “spaventare” per spingerlo a formalizzare l’aiuto che gli aveva promesso. Un permesso di soggiorno, nella fattispecie, richiesto al titolare 62enne di un’agenzia che si occupa di documenti per stranieri in Italia. La pratica non era andata a buon fine e lui, Saman Mandara Rathnayaka Mudiyanselage, 37enne di origine cingalese, sarebbe dovuto tornare in Sri Lanka.

Per ribellarsi alla sua posizione era passato ai fatti: il 13 dicembre 2012 si era presentato davanti al connazionale e l’aveva accusato di averlo ingannato. E per “farsi capire”aveva pensato bene di estrarre due coltelli da cucina. Quella mattina, nella sede dell’agenzia in via XX Settembre, a Veronetta, ne era nata subito una discussione: volarono insulti e urla e, infine, la violenza spropositata. Il 62enne venne inseguito dal giovane che riuscì a raggiungerlo al volto, al torace, all’addome e alle braccia. Tutto questo davanti ai clienti terrorizzati e, successivamente, anche in strada. Il provvidenziale intervento di alcuni passanti è servito a scongiurare la tragedia. Un veronese era anche riuscito ad inseguire il 37enne armato: fino in via Nazaro, dove i carabinieri hanno proceduto all’arresto. La vittima era finita in ospedale e dopo le medicazioni venne dimesso con una prognosi di 30 giorni.

Un raptus di follia omicida: e proprio per tentato omicidio il cingalese è stato condannato dal giudice per le udienze preliminari, Isabella Cesari, martedì mattina. Come riportano i quotidiani locali, non è stata concessa, alla difesa, la derubricazione del reato da tentato omicidio a lesioni aggravate. Secondo il giudice i colpi inferti dal 37enne erano ugualmente idonei ad uccidere. Che poi ha dovuto rispondere anche di porto abusivo d’arma. Per lui si sono riaperte le porte del carcere di Montorio.

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