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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Valverde / Via della Valverde

Verona, la nomina annullata per mancanza di requisiti: l'ex dirigente Usl chiede 500mila euro

Scatta il ricorso contro l'azienda sanitaria di Verona dell'ex direttrice amministrativa (ora dg di Agec). Al giudice del Lavoro chiede il riconoscimento di ingenti danni patrimoniali e di immagine

Chiede quasi 500mila euro per danni all’Ulss 20. Questo quanto ipotizzato dall’attuale direttore generale di Agec, Maria Cristina Motta, che aveva lavorato per l’azienda sanitaria locale di Verona dal 1 aprile al 29 agosto 2013 nonostante il suo contratto di lavoro, da direttrice amministrativa, riportasse una scadenza di tre anni. Venne sollevata dall’incarico ma secondo lei fu un’occasione lavorativa persa per cause anomale e perciò contrattacca. Presentando un conto salatissimo che contempla i 159mila euro per le 18 mensilità (dal termine del suo lavoro all’assunzione in Agec e dal gennaio 2015 all’aprile 2016 cioè dal suo fine mandato in Agec al termine da contratto con l’Ulss 20). Oltre al danno patrimoniale, però, avanza le ipotesi di mancato guadagno e per la perdita di possibilità nell’aspirare a un nuovo incarico in Sanità pubblica. Questo, secondo i difensori di Motta, per le particolari motivazioni che hanno accompagnato l’ex dirigente alla porta e avanzate dall’azienda sanitaria. Il tutto è stato valutato in 319mila euro, ovvero il compenso previsto per un ulteriore incarico da direttore amministrativo e per i danni d’immagine da 40mila euro.

In particolare quest’ultima richiesta fa riferimento al putiferio scoppiato contro l’attuale dg di Agec. Un esposto anonimo aveva fatto capolino annunciando la presunta mancanza di requisiti di Motta per ricoprire incarico all’Usl. Un “cavillo” che sostiene che chi ricopre l’incarico di direttore amministrativo debba aver avuto precedenti esperienze lavorative in ambito sanitario ma che, sostiene lei, non è risultato necessario per assumere altri direttore amministrativi negli ospedali. Le qualifiche della Motta, che pure aveva frequentato un corso per direttore generale, sarebbero anche state vagliate e approvate dall’attuale dg dell’Ulss 20, Giuseppina Bonavina. Quelle notizie e gli articoli che seguirono sui giornali avrebbero indotto dunque l’opinione pubblica, ovviamente nelle ipotesi dei legali difensori, a pensare che lei fosse arrivata a quel ruolo di responsabilità in maniera illegittima e grazie a presunte amicizie politiche. Motta spiega sul Corriere Veneto che la sua è stata

«…una scelta doverosa. Io in quell’incarico ci credevo, tanto da prendere prima aspettativa e poi dimettermi dalla magistratura e decidere di correre i miei rischi. Ma un conto è che dopo i tre anni previsti mi venga detto che non sono in grado di non fare il mio lavoro. Un altro è che dopo pochi mesi chi aveva garantito che avevo la qualifica invece faccia un passo indietro e receda il contratto»

Ad agosto 2013 era intervenuto il Ministero della Salute che dichiarava ammissibili le ipotesi dell’esposto. Bonavina fu così costretta ad annullare la nomina di Motta. Che ora chiede al giudice del lavoro di darle ragione e ottenere così quasi 500mila euro.

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