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Cronaca Valverde / Piazza Renato Simoni

'Ndrangheta, maxi operazione nel nord Italia: quattro veronesi finiscono in manette

L'inchiesta, coordinata dalla procura distrettuale antimafia di Bologna, si è svolta in Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, Calabria e Sicilia, portando ad un totale di oltre 160 arresti

Sono quattro i veronesi finiti in manette nella maxi operazione condotta dai carabinieri contro la 'ndrangheta in Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, Calabria e Sicilia. Centodiciassette complessivamente gli arresti disposti dalla magistratura di Bologna. Altri 46 provvedimenti sono stati emessi dalle procure di Catanzaro e Brescia, per un totale di oltre 160 arresti. Il blitz ha interessato anche il Veneto e il Veronese in particolare. Nell'Est e nella Bassa.

"Un'azione storica contro mafia nord. - afferma il procuratore Franco Roberti in merito all'indagine di Bologna - Un intervento che non esito a definire storico, senza precedenti. Imponente e decisivo per il contrasto giudiziario alla mafia al nord. Non ricordo a memoria un intervento di questo tipo per il contrasto a un'organizzazione criminale forte e monolitica e profondamente infiltrata".

A coordinare l'inchiesta, denominata 'Aemilia', la procura distrettuale antimafia di Bologna, che ha ottenuto dal gip un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 117 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, porto e detenzione illegali di armi, intestazione fittizia di beni, reimpiego di capitali di illecita provenienza, emissione di fatture per operazioni inesistenti ed altro. Tutti reati commessi con l'aggravante di aver favorito l'attività dell'associazione mafiosa. Contestualmente, le procure di Catanzaro e Brescia - in inchieste collegate - hanno emesso altri 46 provvedimenti di fermo per gli stessi reati. Imponente lo schieramento dei carabinieri impiegati, anche con l'ausilio di elicotteri, in arresti e perquisizioni. In Emilia, sottolineano gli investigatori, la 'ndrangheta ha assunto una nuova veste, colloquiando con gli imprenditori locali. I quattro veronesi agli arresti sono un 46enne calabrese, residente a Cutro, un 38enne originario di Isola Capo Rizzuto, entrambi domiciliati ad Arcole, un 40enne con casa a Oppeano e un 54enne domiciliato a Roverchiara. A piede libero altri due indagati: un calabrese residente a Montecchia di Crosara e un veronese di 40 anni nato e residente a Negrar. Arresti anche per due persone che abitano nel Vicentino.

Secondo le ricostruzioni dei carabinieri, il clan nel Veronese tentava di riciclare denaro (ottenuto tramite svariate attvità illecite) attraverso ditte intestate a prestanome e senza certificati antimafia, obbligatori per partecipare agli appalti soprattutto nel campo dell'edilizia. Da lì si sarebbero formati giri di false fatturazioni. Imprese che avevano base a Oppeano come a Verona e Colognola ai Colli. Tutto sarebbe stato organizzato dal clan Grande Aracri che ha società con sede a Roverchiara e filiale a Castelnuovo. L'unico veronese nato in provincia, rpomotore finanziario di professione, avrebbe funzionato da prestanome per aprire conti correnti riconducibili a "uomini d'onore".

Spostandosi nella regione da dove è partita l'inchiesta, in Emilia, si sono fati i nomi "eccellenti" di alcuni politici. C'è anche un ex consigliere provinciale di Reggio Emilia Giuseppe Pagliani (Forza Italia) tra gli arrestati nella maxi operazione "Aemilia" contro la 'ndrangheta, coordinata dalla Dda di Bologna ed eseguita dai carabinieri di Reggio Emilia, Parma, Modena e Piacenza. I carabinieri lo hanno prelevato dalla sua abitazione di Arceto di Scandiano (Reggio Emilia).

E ci sono anche importanti imprenditori del settore edile coinvolti nell'indagine Aemilia fra cui Giuseppe Iaquinta, padre del calciatore Vincenzo campione del mondo, arrestato nel reggiano e Augusto Bianchini che ha partecipato agli appalti per la ricostruzione post terremoto in Emilia residente nel Modenese.

Tra le persone coinvolte nell'operazione contro la 'ndrangheta condotta dai carabinieri e coordinata dalle Dda di Bologna e Catanzaro ci sono anche i fratelli del boss già detenuto Nicolino Grande Aracri, Domenico ed Ernesto. 
Domenico Grande Aracri, che è un avvocato penalista, è stato arrestato in esecuzione di una delle 117 ordinanze di custodia cautelare emesse su richiesta della Dda di Bologna, mentre Ernesto Grande Aracri è uno dei destinatari dei 37 provvedimenti di fermo emessi dalla Dda di Catanzaro. Dall'inchiesta, secondo quanto si è appreso, è emersa la diffusione capillare in Emilia Romagna, ed in parte della Lombardia e del Veneto, delle attività della cosca di 'ndrangheta dei Grande Aracri, sotto il diretto controllo e la guida di Nicolino Grande Aracri, con infiltrazioni in molteplici settori economici ed imprenditoriali.

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