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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Bussolengo / Via Roma

Verona, multi-milionario con redditi dichiarati di 4 euro. Impugnata l'assoluzione di Montresor

Il pm di Verona chiede alla Corte d'Appello di Venezia di accertare le proprietà dell'imprenditore 70enne di Bussolengo che è stato prosciolto da ogni accusa a giugno perchè risultava che avesse affidato la gestione ad una società estera

Colpo di scena sulla vicenda che ruota attorno a Giovanni “Lolo” Montresor. L’imprenditore di Bussolengo con un patrimonio di milioni di euro ma che nelle sue dichiarazioni dei redditi aveva dichiarato 4 e 5 euro non esce dal mirino della Procura. Solo che ci si sposta da Verona alla Corte d'Appello di Venezia. Il pm Beatrice Zanotti ha infatti comunicato di aver impugnato la sentenza di assoluzione arrivata lo scorso giugno perché non sarebbero stati considerate adeguatamente le prove raccolte durante le indagini, come le deposizioni dei testimoni. Questi avrebbero infatti confermato che “Lolo” gestiva gli affari in prima persona e non li aveva conferiti ad una società estera (nella fattispecie una immobiliare con sede in Lussemburgo che si era occupata di un’area nel comune di Eraclea, provincia di Venezia, ceduta al fondo “Copernico”). Il pm ipotizza infatti che al di là delle società che apparivano come titolari dei beni, era lo stesso Montresor ad occuparsene. Il dato sarebbe confermato anche dal fatto che l’imprenditore 70enne veronese era sempre presente agli incontri e avrebbe avuto un “ruolo decisionale”. Lo spiega L’Arena, cercando di districare la complessa motivazione che ha spinta prima il giudice a scagionare “Lolo” dall’accusa di maxi-evasione fiscale e poi il pm ad impugnare l’assoluzione.

Il pm Zanotti sottolinea inoltre che le «contestazioni mosse sul piano fiscale hanno portato all'emissione di avvisi di accertamento da parte dell'Agenzia delle Entrate che ha recepito in toto quanto contenuto nei verbali» e che «Montresor ha proseguito la gestione diretta dei beni anche dopo aver creato un complesso sistema di società estere con le quali prima della creazione della Essential SA non aveva rapporti».

Montresor, dunque, avrebbe sempre gestito il patrimonio nonostante le società ne risultassero formalmente intestatarie. Nel caso di sequestro del fondo Copernico (da 52 milioni di euro), la proprietà era intestata alla società Holfin ma “Lolo” avrebbe fatto ricorso come persona fisica contro il procedimento. Non il trust (l’impresa a cui affidare i beni) o i beneficiari formali. Il pm lancia poi l’ultima stoccata chiedendo alla Corte di Appello di Venezia di capire come l’imprenditore possa aver vissuto tutti questi anni con redditi di 4 o 5 euro. Era stata la stessa magistrati Zanotti a chiedere una condanna a sei anni per Montresor. Il giudice lo aveva assolto perché “ufficialmente il fatto non sussiste”. Ora si potrebbe tornare a discuterne in aula. È stato anche chiesto il sequestro del fondo Copernico.

Già al momento dell'assoluzione l'imprenditore aveva commentato sprezzante:

«Non ho niente da nascondere. Le tasse mai pagate? Balle. I redditi li hanno sempre dichiarati le mie società. Ne ho avute tante. Ma io come persona non dovevo dichiarare niente». Il motivo è presto detto: secondo il «Lolo», «se presto soldi a una mia società che poi me li restituisce, quello è reddito? No, è il rimborso di un prestito... » .

LE CONFESSIONI DI "LOLO" MONTRESOR

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