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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Valverde / Via Salvo D'Acquisto

Verona, maxi-truffa da 200mila euro sulle auto usate: 13 denunce da 11 rivenditori. Colpiti 140 acquirenti

La vicenda, in momento di crisi, appariva particolarmente pesante poiché aveva toccato, nella maggioranza dei casi, persone non facoltose che si erano rivolta al mercato di seconda mano proprio per delicate situazioni economiche in cui versavano

Dopo una prolungata attività di indagine, durata più di un anno, gli investigatori dei carabinieri di Verona sono riusciti a “smascherare” 11 rivenditori di auto usate, situati nelle province di Verona e di Mantova, che durante la loro attività di vendita, avevano “rifilato” a 140 ignari acquirenti, altrettante autovetture con il contachilometri “taroccato”. In tutto sono state denunciate 13 persone, residenti tra Legnago, Villafranca e Mantova.

La somma percepita illegalmente si aggira intorno ai 200mila euro. Il “ giochetto” consisteva nell’avvicinare il potenziale acquirente alla compera di auto di varia cilindrata e marca, con un limitato numero di chilometri “nelle ruote”. Erano, cioè, presentate come vetture a “chilometri zero” o “ semestrali”. In realtà i contachilometri erano stati “alterati” portandoli indietro e scalati nel numero: cosi una macchina che aveva percorso, ad esempio, 250mila chilometri risultava averne percorsi meno di 100mila. L’acquirente, convinto di aver concluso un “affare”, sborsava una cifra ben al di sopra dell’effettivo valore del veicolo che pur presentandosi con un “packaging” fiammante (tessuti ravvivati, gomme rigenerate e carrozzerie tirate a lucido) in realtà avevano un livello di usura (e quindi valore inferiore) ben superiore alla cifra pagata.

Una vera e propria truffa nei confronti del consumatore. Lo stratagemma non si era limitato a poche persone, ma la platea dei portatori di interesse diffuso e risultata molto ampia. I carabinieri, dopo una meticolosa attività di riscontro e di analisi, anche avvalendosi di banche dati istituzionali, hanno prima “raggruppato” e individuato gli acquirenti e poi ricostruito la “carriera” delle macchine. Gli automobilisti raggirati, residenti nelle province di Verona, Mantova, Brescia, Rovigo, Vicenza e Padova, loro malgrado, sono stati convocati nelle caserme locali, dove prima hanno appreso della truffa ordita ai loro danni e poi hanno reso ampia testimonianza circa i particolari della compravendita.

La plusvalenza dei concessionari “infedeli” era cosi costituita dal minimo valore di ritiro del mezzo usato e la differenza versata dai truffati. Da parte loro, oltre alla “intelligenza truffaldina” i concessionari mettevano solo una certosina opera di “restyling” e di suadente azione di marketing. L’affare si rivelava, dopo tali artifizi e raggiri allettante ed accattivante per il compratore, ignaro di essere stato tratto in inganno. Sono stati anche individuati i responsabile degli “interventi tecnici “, ovvero del “taroccamento dei contachilometri”. Si tratta dei due titolari di un’azienda mantovana specializzata nella manutenzione, riparazione e sostituzione dei contachilometri. Agivano anche a domicilio, nel senso che il concessionario richiedeva il loro intervento anche presso la sede di rivendita.

Acclarata la loro responsabilità, il pm Gennaro Ottaviano ha emesso un provvedimento, con il quale si avvisa i 13 denunciati della conclusione delle indagini preliminari con avviso di garanzia. Nel medesimo provvedimento il magistrato, a titolo di ristoro concordato con alcuni indagati, ha disposto, per ora, il deposito di una somma di 30mila euro da corrispondere in misura variabile (dai 550 ai 4mila 500 euro ) a 14 automobilisti truffati che si vedranno recapitare un assegno circolare nelle rispettive abitazioni. Un bel regalo: inaspettato e insperato, (per i tempi i costi e le procedure delle cause civili, come parecchi consumatori avevano constatato) sino all’intervento della giustizia. La vicenda, in momento di crisi, appariva particolarmente pesante dal punto di vista sociale, poiché aveva toccato, nella maggioranza dei casi, non persone facoltose, ma gente che si era rivolta al mercato dell’usato proprio per le delicate situazioni economiche in cui versa. Presa coscienza del raggiro, non avevano nemmeno la possibilità e la voglia di imbarcarsi anche in contenziosi giudiziari. Va anche detto che al fine di sollecitare una remissione di querela gli indagati hanno provveduto autonomamente al risarcimento oppure alla permuta del veicolo “taroccato”. Sono stati denunciati tre residenti a Villafranca, quattro di Legnago, sei di Mantova.

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