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Cronaca Mozzecane / Via Giacomo Leopardi

Verona, strangola la moglie per gelosia e confessa: "Era consapevole"

Secondo la perizia richiesta dal giudice, Giovanni Lucchese, 57 anni, avrebbe ucciso la consorte Gabriella di 51 con un foulard essendo capace di intendere e di volere. A novembre il dibattimento. Poi la sentenza

"Capace di intendere e di volere". Era del tutto consapevole di ciò che stava facendo, Giovanni Lucchese, 57 anni, mentre strangolava a morte la moglie, Gabriella Falzoni, 51. Questo, almeno, l'esito della perizia dell'esperto chiamato dal giudice per l'udienza Accecato dalla gelosia, che da qualche tempo gli faceva sospettare che lei avesse una relazione con un collega di lavoro, l'impiegato della concessionaria Fiat di Verona si era trasformato in assassino. Era avvenuto nel marzo 2012. Gli è bastato uno di quei foulard che tanto le piacevano e la sua forza bruta per porre fine rabbiosamente alla vita di Gabriella, sul letto matrimoniale della casa di via Leopardi a Mozzecane. Dopo aver ucciso la donna, il 57enne si presentò di spontanea volontà ai carabinieri di Villafranca. Confessò tutto e ammise che fu la gelosia a provocargli quello scatto di rabbia omicida. Qualche giorno prima dell'assassinio, l'uomo aveva trovato, come prova, alcuni sms sul telefono della vittima.

Dunque, secondo il dottor Maurizio Baciga, convocato dal Gup Guido Taramelli, Lucchese sapeva benissimo cosa stava facendo. L'incidente probatorio precede il dibattimento tra difesa e pubblico ministero che il giudice ha deciso per novembre. Poi, come spiegano i quotidiani locali, ci sarà la sentenza a cui si arriverà tramite il giudizio con rito abbreviato che prevede lo "sconto" di un terzo della pena finale all'eventuale colpevole.

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