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Cronaca Centro storico / Piazza dei Signori

Verona, maltrattate, picchiate, minacciate di morte: sono oltre 180 i casi di donne scortate e protette

Un numero che impressiona e che drammaticamente diventa più attuale dopo gli ultimi gravi casi, su tutti l’accoltellamento di Laura Roveri da parte dell’ex e l’omicidio Bellucci. La Prefettura in campo con le Forze dell'ordine e il 118

Ce ne sono 189 sotto protezione in città e provincia. Donne vittime di violenze, minacce, aggressioni, maltrattamenti in genere. Un numero che impressiona e che drammaticamente diventa più attuale dopo gli ultimi gravi casi (su tutti l’accoltellamento di Laura Roveri da parte dell’ex Enrico Sganzerla e l’omicidio Bellucci). La maggior parte dei casi rilevati, infatti, riguardano brutalità all’interno della famiglia. Mariti, compagni, conviventi. Il fatto è che come lamentano da tempo Forze dell’ordine e istituzioni, il numero di denunce presentate è la punta di un iceberg: l’80% delle violenze non viene segnalata dalle vittime. Con la conseguenza che le vessazioni e le torture continuano fino a soggiogare totalmente la partner. E allora si snocciolano i numeri della Prefettura: 120 sono le donne che usufruiscono del servizio di protezione e scorta per minacce e stalking. Altri 69 riguardano casi molto più gravi, come violenze e aggressioni.

È noto che il prefetto Perla Stancari abbia disposto periodicamente una riunione con i vertici provinciali delle Forze dell’ordine (carabinieri, polizia, guardia di finanza) per discutere e segnalare i casi che necessitano un intervento immediato. Le misure di sicurezza comprendono la vigilanza delle donne, talvolta la scorta, sui luoghi di lavoro e di vita. Durano per un minimo di sei mesi ma in caso di presenza di minori il servizio si fa più stringente e mirato. Non tutti invece sanno che la stessa Prefettura ha istituito un “Codice rosa” per il Pronto soccorso. Nel caso in cui davanti a medici e infermieri si profila l’ipotesi di una violenza, le vittime vengono trasferite in sale apposite e curate nella privacy più assoluta. Il codice implica anche che i sanitari avvertano le Forze dell’ordine.

Dati preoccupanti arrivano anche dal Centro antiviolenza sulle donne, “Petra”, istituito da Comune e Servizi sociali dieci anni fa: nei primi otto mesi del 2014 ha ricevuto oltre 240 telefonate, seguito 88 casi e avuto 417 colloqui con le presunte vittime. Il bilancio dalla fondazione è invece più ampio e parla di circa 2200 segnalazioni e oltre mille persone seguite attraverso la consulenza di medici, psicologi e avvocati specializzati. Oltre 4mila e 600 i colloqui effettuati dal 2004. Come spiega L’Arena il percorso di cambiamento deve essere comunque attivato anche sulla controparte, gli uomini. Se tanti, dopo essere trascinati in tribunale, propongono scuse e promesse di “voltare pagina”, esistono anche osservatori speciali e consulenti in grado di aiutarli a superare le loro manie violente. “Clara” si occupa proprio di questo e finora ha ascoltato più di cento maneschi, decisi a cambiare la propria vita.

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