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Cronaca San Bonifacio / Via Roma

Verona, maltempo a Verona e in tutto il Veneto. Zaia dichiara lo stato di calamità per gli aiuti

Il presidente della Regione chiede una mano al governo: "I danni sono inimmaginabili e incalcolabili e i dati meteo sono peggiori rispetto al 2010. Appello ai media nazionali: si rendano conto che l'acqua non c'è solo a Fiumicino"

Ho dichiarato, con un decreto, lo stato di calamità in Veneto a causa del maltempo. Abbiamo assegnato per le prime necessità un milione di euro”. Lo ha annunciato il presidente Luca Zaia, al termine della seduta della Giunta regionale nel corso della quale è stato deciso di presentare immediatamente la richiesta di recepimento da parte del governo per lo stanziamento delle risorse necessarie a far fronte all’emergenza. “Interventi – ha aggiunto – che tutte le Regioni più volte hanno chiesto al governo venga liberati dai lacci del Patto di stabilità”.

“Nel Veneto già colpito dall’alluvione del 2010 – ha aggiunto - i danni sono inimmaginabili e incalcolabili e i dati meteo sono peggiori rispetto al 2010. Faccio un appello ai media nazionali: si rendano conto che l’acqua non c’è solo a Fiumicino. L’attuale calamità coinvolge tutto il Veneto e c’è grande preoccupazione per quanto riguarda le temperature in questi giorni che dovrebbero essere i più freddi dell’anno. Questo caldo rischia di far sciogliere la neve che si è accumulata in montagna e riversare una mole enorme di acqua nei fiumi già ingrossati. Se si verificasse, sarebbe peggio che nel 2010”.

“In questo quadro – ha detto Zaia – è allucinante la situazione di difficoltà della montagna veneta che, tra neve e black-out, non ha fatto la stagione turistica invernale. A Natale si è registrato un -97%. Ma non sono da meno i disagi per la popolazione: 35 mila famiglie sono rimaste senza corrente elettrica per molto tempo. La verità è che tutto questo non è da paese civile. Ora abbiamo il grosso problema delle slavine. Una ha praticamente distrutto un impianto di risalita sulla Marmolada”.

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Tornando alla situazione del dissesto idrogeologico, Zaia ha sottolineato che “le 925 opere realizzate sul territorio dopo l’alluvione del 2010 ci hanno permesso finora di respirare, ma non sappiamo quanto possano ancora reggere. Nonostante gli interventi, ci preoccupa infatti la consistenza di parecchi argini che sono fragili. Ci vuole un piano strategico nazionale. Quello per il Veneto lo abbiamo fatto e lo abbiamo notificato al governo. Non è possibile che distretti produttivi fondamentali siano messi in discussione per un po’ di pioggia. E va dato atto all’impegno dei Comuni che fanno quello che possono, anche se ridotti al dissesto finanziario. Un ringraziamento va infine a tutti quelli che si stanno prodigando e in particolare al vero esercito sul campo che è quello dei volontari”.

Da parte sua l’assessore al bilancio Roberto Ciambetti ha fatto presente che lo stanziamento di un milione di euro è possibile come anticipazione, nonostante la Regione stia operando in regime di bilancio provvisorio, in quanto si tratta di una situazione di emergenze e di interventi di prima necessità,

"DIVERSO RISPETTO AL 2010" - “Rispetto a quanto avvenuto nel 2010, il maltempo nel Veneto ha messo in luce una criticità diversa: si sta allagando il sistema secondario dei corpi idrici e non è possibile smaltire l’acqua in eccesso verso i grandi fiumi perché sono già pieni. Stiamo quindi cercando di centellinare la quantità d’acqua da far defluire”. E’ il commento dell’assessore regionale all'Ambiente, Maurizio Conte, commentando la situazione di emergenza conseguente al maltempo che ha colpito il Veneto.

“L’ultimo mese – ha detto Conte – è stato pesante sul fronte delle precipitazioni. Ma il dato importante è che grazie alle opere realizzate fino ad oggi è stata data risposta alle possibilità di resistenza degli argini dei corsi d’acqua. Ricordo infatti a chi dice che finora non si è fatto niente che nel 2010 l’alluvione è stata causata da oltre trenta rotture arginali sul territorio regionale. Finora gli argini hanno tenuto”.

“L’azione forte da fare nei confronti del governo – ha evidenziato l’assessore – è di tornare a chiedere di liberare dal Patto di stabilità le risorse destinate a far fronte al dissesto idrogeologico. Attualmente, infatti, anche in presenza di un piano di interventi, le risorse non potrebbero essere spese a causa di questi vincoli. Inoltre, per accelerare la tempistica rispetto all’emergenza ci vorrebbe un commissario con poteri speciali”. Con le procedure ordinarie, ad esempio, per fare un bacino di laminazione servono anni.

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