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Cronaca Centro storico / Piazza Brà

Mafia a Verona, Tosi dice la sua: "Ipotesi strampalate in un clima da campagna elettorale"

Il primo cittadino scaligero risponde alle dichiarazioni rilasciate dal presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi: "Deve pur simulare una sua qualche utilità che ne giustifichi l'esistenza e la visita in Veneto"

"Quelle fatte in conferenza stampa dalla presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi mi sembrano francamente affermazioni strampalate, che ben si inseriscono nel clima di una campagna elettorale, utili solo a trovare spazio e titoli sui mass media", queste le parole di Flavio Tosi dopo che il presidente della Commissione Antimafia, l'onorevole Rosy Bindi, nella conferenza stampa tenuta ieri aveva parlato di una città "fragile" alle infiltrazioni mafiose, avanzando addirittura l'ipotesi di commissariare il comune di Verona
"La Commissione presieduta dalla signora Rosy Bindi - prosegue il primo cittadino sulle pagine de L'Arena - deve pur simulare una sua qualche utilità che ne giustifichi l'esistenza e la visita in Veneto, ma non pare stia riuscendo nell'impresa. La richiesta di accesso agli atti del Comune di Verona era già stata avanzata e respinta un anno fa al tempo della macchina del fango partita da Report: il ridicolo della vicenda è che l'onorevole Bindi ha convocato la Commissione in Prefettura proprio nell'ultimo giorno di lavoro del Prefetto che da domani sarà in pensione: vale a dire l'ultimo giorno utile per la prossima campagna elettorale prima dell'arrivo del nuovo rappresentante del Governo. Nè il sottoscritto, n'è alcun amministratore o dirigente comunale è indagato per le ipotesi avanzate dalla Bindi e nemmeno l'ex vicesindaco è stato indagato per quel motivo. La richiesta della Commissione, più che ridicola, è penosa". 

Dall'onorevole Alessandro Naccarato, presente ieri alla Commissione, arriva poi la replica al primo cittadino scaligero: "La reazione scomposta del signor Tosi - si legge su L'Arena - conferma il fatto che l'attenzione della Commissione Antimafia su Verona è fondata e opportuna. La richiesta della presidente Bindi, a nome della Commissione, di valutare l'opportunità di istituire la Commissione d'accesso al Comune di Verona è motivata dalle rilevanti novità investigative emerse negli ultimi mesi dalle indagini delle Dda di Bologna, Brescia e Catanzaro. La Commissione non rivolge la richiesta al Prefetto come persona, che, come è noto, ha terminato il suo incarico, ma, come previsto dalla normativa, alla Prefettura come istituzione, che ha una continuità di funzione a prescindere dal singolo funzionario. La Commissione Antimafia, il suo presidente e i suoi componenti non sono in campagna elettorale a differenza del sindaco di Verona che, proprio per questa ragione, appare molto nervoso e preoccupato".

Sulla faccenda interviene, sulla stampa locale, anche il segretario provinciale del Pd Orietta Salemi: "Le parole del vicepresidente della commissione Claudio Fava e quelle della presidente Bindi, 'qualsiasi altra amministrazione comunale nelle condizioni di quella di Verona avrebbe subito la proposta di scioglimento per infiltrazioni mafiose', il partito democratico le sta dicendo da mesi. L'invito di nominare una commissione d'accesso per il Comune che faccia chiarezza sui rapporti con nomi di famiglie mafiose calabresi presente nei più importanti appalti gestiti dall'amministrazione, si renderebbe necessaria per tutelare il buon nome della città. Politicamente questa è l'ennesima mazzata nei confronti di un sistema Verona, sbandierato dal sindaco Tosi, che non solo non ha prodotto nessuno dei risultati promessi ma con l'arresto del vicesindaco Giacino e personaggi come l'ex assessore Giorlo, ha infagato il nome della città".

"Siamo soddisfatti che la Commissione antimafia sia giunta alla nostra conclusione: che il Comune di Verona necessiti di una commissione d'accesso che ne valuti lo scioglimento per infiltrazione mafiose", affermano i membri del Movimento 5 Stelle presenti all'interno della Commissione, sottolineando infine come "già due anni fa l'attuale vice capogruppo Francesca Businarolo presentò un'interrogazione in tal senso. È tempo di voltare pagina".

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