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Cronaca Cerea / Via Roma

Verona, "lui è in pantofole a casa e a me la scorta": ma per il medico "Laura non rischiò mai la vita"

Lo sfogo di rabbia e rammarico della 25enne di Nogara, colpita con 16 coltellata dall'ex fidanzato geloso che ora è tornato a Cerea per scontare i domiciliari. "È come se mi avessero accoltellata di nuovo"

Il suo ritorno a casa ha smosso un polverone di reazioni. È accusato di aver tentato di uccidere la sua ex fidanzata con quindici coltellate durante una serata in discoteca a Vicenza. Incarcerato e poi messo a regime dei domiciliari, il 42enne Enrico Sganzerla, è tornato a Cerea, dove sconterà gli arresti nella casa dei genitori, fino all’udienza. Secondo il medico perito chiamato dal giudice, comunque, per la vittima di 25 anni, Laura Roveri, non fu mai in pericolo di vita. È quanto spiega nel documento presentato al giudice per le indagini preliminari. Inoltre, nonostante sia stata ferita in più parti del corpo, la ragazza non subirà danni permanenti. Le terribili coltellate alla clavicola, alle scapole, sulle braccia, alla testa e sul collo, insomma, resteranno solo un spaventoso ricordo, ma sul corpo saranno riportate solo attraverso piccole cicatrici. La perizia medica, eseguita dal dottor Giampaolo Antonelli, era stata richiesta per stabilire la sussistenza delle aggravanti contenute nell’articolo 583 del Codice penale (sfregi permanenti, perdita di sensibilità, malattia successiva e invalidante) ed è stata discussa in tribunale a Vicenza giovedì mattina, durante l'incidente probatorio (opportunità del diritto processuale per acquisire prove esposte ad inquinamento, a deterioramento e le cui modalità di acquisizione sono incompatibili con i tempi del dibattimento). Un esito che ha, ancor di più, lasciato sbigottita la 25enne veronese.

Nel frattempo la rabbia di Laura, studentessa universitaria e insegnante di yoga, già impegnata in politica nella sua cittadina, si è sfogata su social network e quotidiani. Più volte ha raccontato la sua tremenda versione dei fatti. Da quell’aggressione del 12 aprile alla riabilitazione. Aveva chiesto sicurezza: era terrorizzata dall’idea che Enrico potesse tornare libero. Lo aveva definito “socialmente pericoloso”. A Laura è stata fornita una scorta. Lo ha spiegato lei stessa, sulle pagine del Corriere Veneto. “Lui è in pantofole con mamma e papà e io mi devo proteggere” avrebbe chiarito.

«È come se mi avessero accoltellata di nuovo: cinque mesi fa, in quella discoteca di Vicenza, i fendenti me li ha tirati il mio ex fidanzato pazzo di gelosia; tre giorni fa, invece, a colpirmi una seconda volta sono stati i giudici che lo hanno lasciato tornare nell’accogliente casa dei suoi genitori che lo accudiscono. E così, per tutelarmi e sopperire alle carenze e alle falle della giustizia,devono intervenire le forze dell’ordine per proteggermi visto che abitiamo a soli dieci minuti di strada. Se questa è giustizia, allora in Italia la giustizia non esiste».

Laura è tornata davanti alle telecamere della trasmissione “Quarto Grado”, su Rete4, venerdì scorso. Nello studio Mediaset c’era già stata pochi giorni dopo essere stata dimessa dall’ospedale (video qui sotto). Ha smosso gli animi le parole che ha scritto sul suo profilo “social” di Facebook: “Volete liberarvi della vostra ex? Nessun problema, oggi grazie ai nostri pm 3 mesi di villeggiatura e sei a casa. Buongiorno Italietta…”. Smentisce categoricamente chi la accusa di puntare ai soldi dell’ex fidanzato: “Cerco giustizia, non soldi”, è la sua reazione. E l’appello che fa, sul quotidiano locale, è rivolto ai magistrati:

 «A loro che sono chiamati a prendere decisioni tanto delicate e importanti, voglio dire di riflettere meglio e di più, di pensare anche solo per un attimo alle donne che hanno vicino prima di assumere provvedimenti del genere con tale leggerezza. In gioco c’è la vita delle persone».

LAURA TORNA IN TV: "HA TENTATO DI UCCIDERMI ED È TORNATO A CASA"

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