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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Centro storico / Piazza Brà

"Quel pollaio è come un inferno": la Lav mette sotto accusa un'azienda veronese

Galline coi becchi tagliati, chiuse in 15 all'interno di gabbie illegali a pochi centimetri da carcasse animali, uccelli che scivolano nel cannibalismo: questi gli orrori scoperti dagli animalisti

Scoppia la bufera su un allevamento veronese: un'indagine della Lav ha fatto luce su un terrificante caso di maltrattamenti sugli animali. Mentre in città gli attivisti di Freccia 45 si preparano al corteo di sabato per chiedere la liberazione dei 32 beagle arrivati alla Glaxo per la sperimentazione, un nuovo caso di abusi su animali scuote la provincia scaligera.

IL VIDEO: L'INDAGINE DELLA LAV

BATTERIE DI MORTE – Secondo l'associazione animalista sarebbero due le aziende agricole italiane a detenere in condizioni da incubo oltre 100mila galline, una di Verona e l'altra di Forlì. Gli animali ovaioli sarebbero rinchiusi in gabbie di batteria convenzionali illegali, fino a 15 per ogni celletta. Ma gli orrori non finiscono qui: nei video diffusi dalla Lav si possono vedere galline che depongono le uova vicino a cataste di animali morti, con evidenti problemi sotto il profilo igienico-sanitario, uccelli da allevamento con i becchi tagliati e che precipitano in comportamenti violenti e atti di cannibalismo. Centinaia le galline decedute e gettate in enormi contenitori come comune spazzatura.

CONTRO LA LEGGE – Le condizioni degli allevamenti appaiono incredibili: nessuna luce naturale, i pavimenti sono in rete metallica, non c'è alcun arricchimento, cataste di uova rotte sono visibili in ogni angolo. Secondo le direttive Ue le galline devono essere tenute all’aperto, a terra o in gabbie modificate, con almeno 750 centimetri quadrati di superficie a disposizione di ciascuna gallina, un nido, lettiera, posatoi e dispositivi per accorciare le unghie in modo da soddisfare i loro bisogni biologici e comportamentali.

LA DENUNCIA - “Abbiamo denunciato queste illegalità per il reato di maltrattamento e di frode in commercio - spiega Roberto Bennati, vicepresidente della Lav – Chiediamo tolleranza zero: perché i servizi veterinari Asl non hanno chiuso queste aziende? Gli allevatori hanno avuto più di un decennio per adeguarsi, dalle istituzioni ci aspettiamo ogni sforzo per garantire la legalità e adeguati controlli. Possiamo ipotizzare – prosegue Bennati - che le uova fossero vendute in prodotti trasformati come pasta, dolci e maionese. Questa illegalità è ingiusta per gli animali vittime, per i cittadini ma anche per la maggior parte degli agricoltori europei che si sono adeguati alle nuove norme: questi allevamenti fuorilegge fanno enormi profitti violando la legge, la concorrenza e l’etica!”

L'ITALIA ALLA SBARRA - La critica della Lav non si ferma qui: gli animalisti hanno infatti già depositato le richieste di verifiche da parte dell'autorità giudiziaria. "Ci sono direttive europee ben specifiche a riguardo - spiega ancora Bennati -  recepite dal nostro Paese sotto forma di decreto legge, e Bruxelles ha già avviato diverse procedure contro l'Italia per inadempienza. Da tempo noi della Lav abbiamo richiesto nuove norme per l'etichettatura delle uova, in modo da rendere finalmente tracciabili casi come questo, in cui un'azienda che lavora fuori dai limiti di legge immette nel mercato prodotti illegali non rintracciabili".

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