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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Stazione / Piazzale XXV Aprile

Verona, incontro in stazione, cena, sesso e la rapina del 60enne: 23enne marocchino nei guai

L'uomo, residente nella Bassa, si offrì di aiutarlo ed ospitarlo ma dopo qualche giorno venne aggredito con un coltello e derubato di contanti. Subì anche una seconda aggressione. Il giovane: "Non doveva dire in giro i miei gusti sessuali"

Incontro in stazione, cena assieme, rapporto sessuale. E rapina con aggressione. Sono gli ingredienti di uno degli ultimi casi approdati in tribunale e per cui è imputato un marocchino di 23 anni. Accusato di rapina aggravata il 25 agosto dell’anno scorso, il giudice lo ha condannato a 3 anni e 10 mesi più al pagamento di una multa da 1600 euro. Secondo le ricostruzioni, il giovane aveva avvicinato sin stazione Porta Nuova un uomo, 60enne residente nel Basso Veronese. Gli aveva confessato le sue difficoltà: era stato allontanato da casa, aveva bisogno di aiuto, aveva fame. Il più anziano acconsentì ad ospitarlo per un po’. Dopo una cena ebbero contatti fisici e intimi. L’ospite si offrì di ricambiare le gentilezze facendogli lavare gli abiti.

Qualcosa però era scattato in lui: il 16 agosto il ragazzo gli puntò un coltello da cucina contro lo stomaco e si fece consegnare 150 euro. Una settimana dopo scoppiò l’altra violenza. In stazione il 60enne se lo ritrovò davanti: il 23enne, dopo averlo aggredito e picchiato, lo trascinò ad un bancomat dove si fece dare altri soldi. Non calcolò, tuttavia, che le telecamere della banca stavano riprendendo l’intera scena. Il rapinatore tornò a cercare il suo ex amante due giorni dopo, ma venne lasciato fuori casa. Completamente fuori di se’, venne udito da un vicino che urlava di voler “spaccare tutto”. Quasi subito venne individuato e scattò l’arresto. Come spiega L’Arena,

aveva ammesso tutte le circostanza ma sostenuto che il sessantenne aveva in qualche modo approfittato della sua condizione di indigenza e che lo aveva pagato perchè temeva che lui rivelasse i suoi gusti sessuali. Una tesi non accolta dal giudice anche sulla base di quanto dichiarato dalla persona offesa che aveva escluso l'ipotesi di un'estorsione: non aveva motivo di pagare il silenzio perchè le sue abitudini sessuali non erano un mistero. Fu il sessantenne a spiegare di aver allontanato il giovane, dopo il secondo incontro, perchè si era accorto che era particolarmente interessato agli arredi e temendo un furto aveva evitato di farlo entrare in casa

Il 23enne si trova in regime di arresti domiciliari dal padre.

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