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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Verona, termovalorizzatore di Ca' del Bue: quanto è costato dal 1986 a oggi?

Il futuro dell'inceneritore di Ca' del Bue è ancora incerto. Ciò che è certo è il suo costo da quando è nato il progetto quasi 30 anni fa

Il progetto dell'inceneritore di Ca' del Bue nelle Basse di San Michele Extra a Verona è nato nel 1986, ciò significa che tra poco spegnerà le sue prime 30 candeline. Tuttavia, non è ancora noto se festeggerà il suo trentesimo compleanno in attività o spento come è tutt'ora. Infatti, il termovalorizzatore è stato in funzione solo dal 2003 al 2006 e poi la sua attività è stata interrotta perchè i suoi forni a letto fluido non funzionavano correttamente. Ora, l'impianto è al centro di una bagarre politica: la legge di stabilità del Governo Renzi farebbe pensare che l'inceneritore veronese potrebbe essere usato per i rifiuti nazionali, ma la Regione Veneto esige che il termovalorizzatore sia impiegato per bruciare esclusivamente rifiuti locali.

In tutto questo, il quotidiano L'Arena ha calcolato quanto è costato l'impianto dal 1986 a oggi e ne ha ripercorso la storia. L'idea dell'inceneritore Ca' del Bue è nata appunto nel 1986 e la sua realizzazione si è sviluppata tra il 1991 e il 2003; poi, è rimasto in funzione dal 2003 al 2006. Tra le operazioni di costruzione, costate 125 milioni, il gas impiegato per farlo funzionare meglio e le perdite, che Agsm stima essere di 1 milione al mese, il termovalorizzatore dovrebbe essere costato almeno 250 milioni di euro. A ciò si aggiunge la progettazione dei nuovi forni a griglia ad opera della società spagnola Urbaser, il cui progetto prevede un investimento di 120 milioni di euro e la gestione dell'impianto per 25 anni.

Quando l'attività è stata interrotta nel 2006, l'allora presidente di Agsm, Gianpaolo Leoni aveva dichiarato, come riporta L'Arena: "L'impianto di fa perdere dai 10 ai 12 milioni l'anno, mentre Brescia con il suo ne guadagna dai 60 ai 65. Tolti carta, cartone, plastiche a altro, si riesce a produrre un combustibile povero e di scarso rendimento calorico". L'ultima dichiarazione riguarda l'avanzare della raccolta differenziata, che però in provincia di Verona è ancora sotto il 50%. Ricordiamo che il piano dei rifiuti della Regione Veneto prevede che nel 2020 ogni provincia debba arrivare al 76% di differenziata.

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