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Cronaca Via Torricelle

Verona, il Consiglio di Stato boccia il ricorso anti-traforo delle Torricelle: "Per ora tutto in regola"

Persa la battaglia del Comitati di cittadini guidati da Alberto Sperotto. I giudici danno ragione al Comune di Verona sulla grande opera del tunnel. Erano già stati respinti altri appelli dal Tar. Ora la valutazione sul "dimezzamento"

Anni di battaglie per l’opera di cui si discute da almeno un trentennio. E’ però finita nel vuoto quella del Comitato anti-traforo delle Torricelle. Il portavoce, Alberto Sperotto, che numerose volte si era scagliato contro la grande opera anche attraverso documenti, consulenze e analisi, ha dovuto incassare la bocciatura da parte del Consiglio di Stato. Un altro appello era stato presnetetato da altri esponenti del Comitato, tra i quali figurano anche i proprietari dei terreni da espropriare.

Al Consiglio di Stato si era arrivati dopo il ricorso respinto dal Tar, Tribunale amministrativo regionale del Veneto, e che aveva sostanzialmente dato argine al Comune di Verona, nel 2013. Alla base delle proteste di Sperotto c’erano le presunte norme urbanistiche violate e la mancanza di valutazioni ambientali adeguate (la Vas, valutazione ambientale strategica, e la Via, valutazione di impatto ambientale). Il secondo grado di giudizio amministrativo ha confermato l’approvazione del progetto preliminare presentato da Technital Spa, ditta che guida la cordata di imprese che costruirà e gestirà per 49 anni la strada a pagamento di Verona nord. Secondo i giudici non ci sono criticità per l’ambiente, per ora, dato che si tratta di un progetto preliminare, e come riporta il Corriere Veneto,

«è solo con il progetto definitivo che l'opera è compitamente rappresentata e sono individuate le caratteristiche dei materiali prescelti e dell'inserimento delle opere sul territorio».

Secondo gli avvocati che hanno rappresentato il Comune di Verona, questa nuova bocciatura del Comitato anti-traforo metterà fine al contenzioso sulla grande opera. Ora invece la partita si gioca con gli esiti dello studio Cancrini di Roma chiamato a valutare sull’opportunità di partire a costruire e cantierare in due tempi, dimezzando il progetto: da due a una sola canna per il tunnel, giusto per cominciare ad incassare i primi pedaggi. Se la modifica al progetto verrà considerata “sostanziale” si dovrà procedere ad un nuovo bando con gara pubblica. Insomma si dovrà ripartire daccapo.

IL COMITATO - "Non ce l’abbiamo fatta: pazienza - commenta Sperotto -. Ma il traforo, in realtà, non ha fatto alcun passo avanti: si è solo visto cancellare un ulteriore ostacolo che dovevamo mettere. L’iter è bloccato in attesa di un parere legale e dai certificati antimafia che dovrebbe rilasciare la Prefettura e che, stranamente, dopo un anno non sono ancora arrivati. E, se l'iter dovesse ripartire, saremo pronti a ricominciare con qualsiasi strumento che la legge ci consente. Tuttavia, se non altro, il giudice, pur respingendoli, ha esaminato nel merito anche svariati motivi del nostro ricorso di primo grado (compresa l’eccezione di legittimità costituzionale) che il Tar Veneto aveva omesso di esaminare, erroneamente dichiarando l’impugnazione improcedibile".

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