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Cronaca Centro storico / Via Franceschine

Verona, il governo sblocca miliardi per gli enti locali: alla Provincia 38 milioni. "Ma solo sulla carta"

La richiesta dei soldi risale al 1997. Il presidente Antonio Pastorello sorride a denti stretti: "Incassiamo crediti ultradecennali scaduti per 36 milioni e il denaro spendibile è solo di 2 milioni"

Sono 38 i milioni di euro sbloccati da Roma a favore della Provincia di Verona. Un risultato ottenuto con l'accordo concluso nella Conferenza Stato-città tenutasi giovedì scorso. Oltre alla riforma del Patto di stabilità, l'organismo di raccordo tra Stato e enti locali ha deliberato lo sblocco dei "residui perenti", cioè di quei trasferimenti erariali che le Province non hanno mai incassato perché i fondi venivano erogati solo quando la disponibilità di cassa scendeva oltre una minima soglia. Il Governo avrebbe perciò sbloccato 1,7 miliardi per amministrazioni di tutta Italia. "Lo sblocco dei fondi perenti è una querelle che dura da anni - afferma il deputato Partito Democratico che ha seguito la vicenda fin dall'inizio, il veronese Diego Zardini - e sembrava che dovesse rimanere senza soluzione. Con l'accordo raggiunto possiamo confermare che dal Governo arriva un importante segnale di attenzione nei confronti degli enti locali e del nostro territorio in particolare. Da Roma avvieremo sin da subito un attività di raccordo con la Provincia per sfruttare al meglio questa occasione".

I 38 milioni che lo Stato ha finalmente deciso di pagare alla Provincia di Verona, rappresentano un credito che il nostro ente vanta sin dagli anni 1997 – 2005 - spiega il presidente della Provincia, Antonio Pastorello -. Quando nel 2008 è venuta meno la norma che impediva al Ministero degli Interni di pagare quei fondi alla Provincia ero assessore al Bilancio e vicepresidente e ho avviato immediatamente - reiterandola di anno in anno - una richiesta di pagamento al Ministero. Invano".

Nel bilancio statale i soldi, per tanti Comuni e Province d'Italia, infatti non c'erano più. Nel 2013 la Giunta provinciale, adeguandosi a quanto già attivato da numerose Province, aveva deciso di promuovere la causa contro lo Stato. Nel 2014 era stato notificato al Ministero un decreto ingiuntivo, emesso dal Tribunale di Venezia, in favore della Provincia di Verona che è stato impugnato dall’avvocatura dello Stato per conto dei Ministeri dell’Interno e dell’Economia, che hanno promosso giudizio tuttora pendente. La posizione debitoria dello Stato nei confronti degli Enti locali per il mancato trasferimento delle risorse in questione è molto diffusa a livello nazionale. "Queste risorse corrispondono ad un credito difficilmente contestabile sul piano giuridico, anche perché normalmente riconosciuto dal Ministero dell’Interno - continua Pastorello -. Sembra quasi che lo Stato si opponga giudizialmente alle pretese creditorie degli enti locali, più che altro per guadagnare tempo e procedere ai pagamenti mano-a-mano, quando cioè riesce a reperire le risorse di bilancio necessarie per estinguere i propri debiti verso Comuni e Province".

Con il bilancio statale del 2015 si è finalmente voluto dare una soluzione al problema che interessa ancora tantissimi enti. I 38 milioni che Verona dovrà incassare a breve, grazie anche alla priorità acquisita con il decreto ingiuntivo, non sono purtroppo soldi utili per assicurare il pareggio di bilancio 2015 e il rispetto del Patto di Stabilità. Infatti per oltre 36 milioni l'incasso chiuderà partite contabili relative a crediti verso lo Stato già registrati nei passati bilanci. Conclude Pastorello: "Solo poco più di 2 milioni di euro rimarranno, quindi, come entrate 2015 utili per cercare quell'equilibrio di bilancio che, al momento, non riusciamo ad assicurare a causa degli imponenti tagli alle entrate provinciali previsti da numerose manovre di finanza pubblica, non ultima la Legge di Stabilità 2015".

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