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Cronaca Centro storico / Piazza Brà

Verona, il giudice assolve Ranucci, Tosi contrattacca: "Mi ha danneggiato e diffamato. Non mi fermo"

Il sindaco rincara la dose contro la trsmissione Report: "Non è che il primo di molti atti giudiziari nei quali auspichiamo si troverà finalmente un giudice che con animo sereno valuti i fatti nella loro oggettività"

Nel momento in cui è stata esclusa la sussistenza di qualsiasi infiltrazione nel Comune di Verona sparisce, checchè ne pensi il magistrato patavino, ogni vero diritto di cronaca, e appare invece, scoperto e meschino, il tentativo (peraltro fallito, considerata la recente vittoria elettorale) di compiere un attacco personale contro di me”. Il sindaco di Verona, Flavio Tosi, riparte all’attacco dopo l’archiviazione della denuncia per diffamazione contro il giornalista Sigfrido Ranucci. Non accenna dunque a diminuire la polemica sulla trasmissione Report di Rai3 che ad aprile aveva mandato in onda un servizio di oltre mezz’ora sul presunto malaffare di appalti e ricatti nella città scaligera. A parlare senza usare mezzi termini è ancora una volta Tosi che si è sentito “diffamato” e “gravemente danneggiato” dalle ripercussioni della puntata. Alle scorse ore risale la decisione del giudice di Padova (città nella quale si sono svolti i fatti, ovvero le conversazioni registrate di nascosto con il giornalista Ranucci da due persone ritenute vicine al sindaco) di accogliere la richiesta del pm e di “assolvere” il cronista di Report per tentata diffamazione. Il magistrato ha ravvisato che Ranucci non avrebbe fatto altro che il “proprio dovere”, nel rispetto del “diritto di cronaca e critica”.

BATTAGLIE A COLPI DI QUERELE - Lo stesso Tosi, alla notizia dell’archiviazione si è chiesto quale sia dunque il confine: “Il diritto di cronaca esiste per le cose vere, non per quelle inesistenti: nelle registrazioni, ricordo, Ranucci vantava i suoi buoni rapporti all'interno di alcune procure della Repubblica del Veneto, tra cui quella di Padova". E rincara la dose: “Non è che il primo di molti atti giudiziari contro la trasmissione nei quali auspichiamo si troverà finalmente un giudice che con animo sereno valuti i fatti nella loro oggettività e consenta di veder finalmente punita una diffamazione grave e reiterata". Tosi si riferisce ai particolari rivelati dalle dichiarazioni di altre persone intervistate dal giornalista. Tutte chiamate a parlare davanti alla telecamera perché presunte informate dei fatti. Come l’ex leader dei Forconi veneti, Patrizia Badii, già legata agli ambienti leghisti e venetisti, o da testimoni (oscurati in volto) sui legami con alcune famiglie calabresi in città passando per la ragazza romena che avrebbe intascato, come detto in trasmissione, dei soldi per ritirare una denuncia contro l’ex assessore allo Sport, Marco Giorlo. Su Ranucci si era scagliato anche l’ex comandante provinciale della guardia di finanza, Bruno Biagi, che ha denunciato il giornalista per diffamazione e non sarebbe lontano il processo. Lo stesso reporter di Rai3 avrebbe contro rilanciato con una querela per calunnia e diffamazione verso Tosi e il leghista che lo ha registrato di nascosto in stazione a Padova.

SUL SITO DI REPORT - E intanto nemmeno “Report” arretra (all’indomani dell’incontro a Verona tra il pm e Ranucci non erano state escluse nuove puntate sul “caso verona”): “Il sindaco di Verona dopo aver fatto registrare clandestinamente l’inviato della Rai - riporta il sito di Report - il 21 febbraio scorso aveva consegnato le registrazioni in procura e lo aveva accusato di costruire un dossier falso su di lui a fini politici. Accuse rilevatesi infondate in base una dettagliata ricostruzione della Digos di Padova sullo svolgimento dei fatti. Secondo il Tribunale di Padova, che ha accolto la richiesta di archiviazione del Pm Roberti, il giornalista di Report ha effettuato diligentemente il suo lavoro di ricerca e verifica delle notizie. Dalla ricostruzione della Digos è anche emerso che le registrazioni ordinate a Borsato e Giacobbo avevano lo scopo di scoprire le informazioni che fino a quel momento erano in possesso del giornalista, anche quelle di natura giudiziaria, per poi relazionare il sindaco Flavio Tosi".

Continua la redazione di Report sul web: "Tosi aveva accusato Ranucci di voler utilizzare soldi Rai per acquistare il video hard. Soldi che non sono mai stati utilizzati e che erano entrati nei discorsi solo per una finta trattativa tesa ad accertare l’esistenza del filmato. Dell’esistenza del filmato compromettente su Tosi ha parlato, nel corso degli interrogatori, anche l’ex dirigente della Lega, responsabile per gli enti locali, Mauro Sicchiero che alla Digos ha confermato e descritto alcuni fotogrammi in possesso nel 2010 proprio di Sergio Borsato. Secondo la ricostruzione di Sicchiero, proprio Borsato all’epoca stava cercando di offrire ai dirigenti vicini a Bossi materiale compromettente su Tosi, al fine di fermare l’ascesa politica dell ’esponente della corrente della Lega Nord facente riferimento a Maroni. Circostanza confermata dal sindaco di Vittorio Veneto Giannantonio Da Re”.

IL VIDEO DELLA PUNTATA "L'ARENA" DI REPORT, SU RAI3

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