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Verona, getta nel porcile, umilia un giovane e lo minaccia con due rottweiler: preso il sequestratore

A distanza di cinque mesi finisce in carcere anche l'ultimo membro ricercato della banda che aveva rapito e picchiato un connazionale romeno a scopo di estorsione. Gli investigatori dei carabinieri ora cercano chi ha favorito la sua latitanza

I carabinieri del Nucleo investigativo provinciale di Verona, hanno tratto in arresto, nei giorni scorsi, un cittadino rumeno, 27enne,  dopo averlo rintracciato in un casolare della campagna veronese a Castelnuovo del Garda. SI nascondeva lì poichè colpito da un'ordinanza di carcerazione emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Verona. Si tratta di Danut Ovidiu Loghin, noto come “Bidu” , di professione muratore. Deve rispondere di un reato grave quale è il sequestro di persona a scopo di estorsione in concorso ai danni di un suo connazionale. Il 9 marzo scorso aveva partecipato alla spedizione punitiva contro alcuni giovani: ne avevano sequestrato uno e l'avevano umiliato e fatto minacciare da due rottweiler ringhiosi. Trattato come una bestia per un regolamento di conti.

A carico del 27enne ci sono precedenti di polizia per reati che vanno dalla rapina, alle armi, agli stupefacenti, per lesioni, per rissa e per violenza privata. I carabinieri di Verona dovranno necessariamente ricostruire la “rete di contatti", composta da conoscenti, amici, connazionali e italiani, che ha garantito la condizione di irreperibilità (e di conseguenza il sottrarsi alla cattura) di “Bidu”,  dal momento che la misura è stata spiccata dal giudice il 14 aprile 2014 e visto che gli altri due “complici” erano già stati assicurati alla giustizia nell’ambito delle indagini condotte dalla Squadra Mobile della polizia di Verona.   

LA VIOLENZA - Il fatto risale alla rissa tra due gruppi di romeni il giorno precedente al sequestro, nei dintorni di un kebab shop a San Giovanni Lupatoto. Poche ore più tardi un ragazzo viene preso in ostaggio mentre l'altro è dovuto correre al bancomat per ritirare dei soldi e pagare i loro aguzzini. L'hanno gettato in una porcilaia, costretto, sotto la minaccia di un coltello, a fare il verso degli animali, e infine l'hanno chiuso in un recinto di rottweiler: è riuscito a scappare, ma alla fine i responsabili sono stati arrestati con le accuse di violenza privata, estorsione e sequestro di persona. E' successo nel veronese, dove la Squadra Mobile della polizia di Verona ha arrestato due persone e na ha indagate altre tre per aver organizzato, in seguito ad uno sgarro, una spedizione punitiva.

Tutto sarebbe nato in seguito ad una rissa tra due gruppi di romeni. Il piano di vendetta è andato in scena il giorno successivo. Un gruppo di uomini si era presentato a casa dei due rivali dicendo che volevano sistemare la questione, invitandoli a fare un giro in auto. Le due vittime sono state così portate in un campo isolato dove è stata tesa loro la trappola: a uno di loro, un italiano di origine Sinti, è stata puntata una pistola alla testa con la pretesa di lavare l'onta tramite versamento di 500 euro.

L'uomo è stato quindi accompagnato ad un bancomat ma i soldi non sono passati di mano perchè non c'era denaro disponibile nel conto corrente. L'altro giovane, invece, è stato prima gettato in una buca, ricavata all'interno di una porcilaia, tra le ossa di animali, facendo capire che fosse arrivata la sua fine. Poi i sequestratori, sotto minaccia di un coltello e con un coccio di bottiglia di vetro, hanno obbligato l'ostaggio a fare il verso del gallo e del cane. Alla fine è stato gettato dentro un recinto per cani: quando il giovane ha visto che stavano per liberare due rottweiler è salito di scatto sul tetto di una cuccia ed è riuscito a spiccare un salto oltre il recinto, guadagnandosi la fuga. Il malcapitato ha trovato rifugio dentro un covone di fieno, uscendo solo un'ora più tardi per chiedere aiuto e comporre il 113 per chiamare la polizia.

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