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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Borgo Venezia / Corso Venezia

Verona, dosi di cocaina da smerciare in città: "Troppo poche" per mandarlo in carcere. Liberato

I carabinieri arrestano, dopo un lungo pedinamento, uno straniero con addosso 7,5 grammi di polvere. Il giduice ha le mani legate per effetto della nuova legge sugli stupefacenti. Il paradosso? Rischia di più un ladro di polli

A favore degli spacciatori di “pochi grammi” di droga interviene il decreto legge sugli stupefacenti. Il primo caso a Verona di “salvataggio” di un pusher di cocaina è arrivato lunedì scorso, nelle aule del tribunale, quando un 40enne straniero è comparso davanti al giudice che gli ha imposto il divieto di dimora in città. Questo perché essendo senza dimora non può essere ristretto agli arresti domiciliari. Il decreto che lo ha graziato è entrato nella legislazione italiana il 20 maggio scorso e riduce di un anno il massimo di pena per i piccoli spacciatori (coloro che vengono trovati in possesso di pochi grammi di sostanza). Il pusher, Ridha Farhat, era stato arrestato un paio di giorni fa dai carabinieri di Caprino, al termine di un pedinamento fino a Borgo Venezia. Le indagini erano partite dopo la segnalazione di alcuni residenti che lo avevano visto confabulare e “trafficare” in maniera sospetta con giovani del posto. Sospetti ben riposti, dato che quando l’hanno fermato gli hanno trovato addosso tre dosi di cocaina, per un tifale di 7,5 grammi. Trasferito nelle celle della caserma in attesa del processo per direttissima, lo spacciatore è stato rimesso in libertà dopo la convalida dell’arresto, l’avviso di divieto di dimora a Verona e il rinvio del processo fra due settimane. E sulla sua libertà, appunto, incide il decreto convertito in legge. Come spiega L’Arena,

Questa scelta del legislatore, riporta il provvedimento del giudice Giorgio Piziali, va a cozzare, però, con l'articolo del codice di procedura penale che stabilisce come pena di cinque anni di reclusione il massimo edittale come «limite soglia» con il quale si può applicare la misura della custodia cautelare in carcere.

Ma c'è di più: il reato di spaccio di stupefacenti non rientra neppure tra quelle ipotesi previste nell'articolo 381 del Codice di procedura penale come corruzione, perculato, truffa, furto solo per fare qualche esempio per le quali le forze dell'ordine possono procedere all'arresto indipendentemente dal massimo della pena, previsto dal codice di procedura penale. Per assurdo, quindi, e sembra essere questa la morale del provvedimento di ieri del tribunale di Verona, può essere arrestato e condotto in carcere un ladro di polli mentre con la legislazione vigente, chi viene trovato con piccoli quantitativi di droga e ha anche precedenti, può essere sottoposto solo a misure cautelari ben più lievi.

CON CHILI DI HASHISH DAL MAROCCO: ILLEGITTIMA LA LEGGE. VIENE "SALVATO"

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